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nascita della modernità

 
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Dvx87




Registrato: 04/04/06 07:04
Messaggi: 2336

MessaggioInviato: Lun Gen 05, 2009 8:13 pm    Oggetto:  nascita della modernità
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PENSIERO POLITICO MODERNO

Il pensiero politico moderno nasce nel Rinascimento ed è caraterizzato dalla netta separazione tra etica e politica. In queso periodo vengono gettate le basi di quello che sarà lo stato moderno e viene teorizzata la sovranità che perterà ad un notevole accentramento dei potere nelle mani degli organi sovrani. Non possiamo dire, invece, che il pensiero politico moderno generò la forma di governo conosciuta come monarchia assoluta perchè tale forma di governa fu adottata solo in determinati contesti mentre in altri contesti non si arrivò mai alla monarchia assoluta. Lo stato moderno è, quindi, qualcosa che si afferma in tutto l'occidente in maniera unitaria alidlà delle forme di governo dei singoli paesi.
L'influenza della riforma protestante è notevole nel pensiero politico moderno: oltre alle divisione tra etica e politica, troviamo la contestazione dell'autorità. L'autorità non è più concepita come derivante da Dio ma come avente dei compiti ben precisi in materia di benessere ed ordine pubblico. Se questi compiti non vengono assolti allora il potere perde legittimità. Sempre per le ragioni già descritte, anche il principio di primogenitura va perdendo sempre di più la sua importanza tanto che arriveremo ad avere guerre per le successioni e re detronizzati.
La nascita dello stato moderno è caraterizzata anche dalla particolare enfasi dello stato nella lotta contro la magia e la stregoneria: tali cateogire, un tempo perseguite soltanto dai tribunali ecclesiastici, verranno d'ora in poi perseguite anche dai tribunali statali in quanto si faranno portatrici di una visione sociale ludica e egualitaria, che ha rappresentato l'esatto opposto dello stato moderno, caraterizzato, a sua volta, da una forte gerarchizzazione.

NICCOLO' MACHIAVELLI

Machiavellì fu il primo autore a sostenere che la politica è autonoma dalla morale e, in conseguenza di ciò, concentrò i suoi studi sulle dinamiche del potere, sulla gestione di esso e sulla analisi dei gruppi sociali.
L'opera più famosa del pensatore fiorentino fu "il Principe" nel quale troviamo esposto anche il suo pensiero. I punti fondamentali del pensiero di Machiavelli sono: il reapporto tra virtù e fortuna, le caratteristiche di un principe ed i rapporti istituzionalizzati tra gruppi sociali.

1) IL RAPPORTO TRA VIRTU' E FORTUNA.
La virtù è l'insieme delle competenze possedute dal principe. Esso deve essere intelligente, energico ed efficace. Tali caratteristiche servono al principe per potersi relazionare con la fortuna ovvero gli eventi esterni non controllabili dai singoli individui. Affinchè il principe possa avere successo occorre sia virtuoso ma anche fortunato: visrtuoso perchè deve saper riconoscere gli eventi a lui favorevoli ma anche fortunato poichè tali eventi devono presentarsi.
Questa particolare visione è mutuata dalla mistica cristiana (molto diffusa a Firenze e che Machiavelli quantomeno conobbe bene). Infatti i concetti che qui troviamo sono parte integrante della mistica cristiana ma laicizzati ed adattati al contesto politico.

2) LE CARATTERISTICHE DEL PRINCIPE.
Le caratteristiche del principe sono dedotte dalla natura umana e consistono nel imitare i grandi personaggi del passato, governare bene, essere capaci in combattimento, sapere quando utilizzare la forza e quando utilizzare le buone maniere, preudenza, sagezza ed astuzia. La caratteristica più importante rimane, comunque, quella di saper sfruttare la fortuna.

3) RAPPORTI ISTITUZIONALIZZATI TRA I GRUPPI SOCIALI.
Machiavelli sottolinea l'importanza della opposizione costituzionale per contrastare le tensioni interne di un sistema: in particolare egli ammira il tribunato della plebe presente nella repubblica romana poichè lo vede un ottimo strumento per permettere ai gruppi non al potere di esprimere la propria opinione, rimanendo nell'arco costituzionale ed evitando guerre civili. Quello che viene poposto nel concreto è il controllo legale delle forze sociali per evitare la corruzione. Quest'ultima è la causa di tutti i mali di uno stato ed è la premessa per l'instaurazione di un regime autoritario. In maniera molto pragrmatica, sebbene covinto repubblicano, Machiavelli sosterrà che, in determinati contesti di corruzione, sia necessario che si instauri un regime autoritario. Sarà proprio per queste sue convinzione che, sebbene membro della repubblica fiorentina, Machiavelli dimostrerà di accettare il potere autoritario dei Medici in quanto necessario per debellare la corruzione. Questa sua covinzione gli costera cara perchè molti suoi ex collaboratori lo accuseranno di tradimento e, una volta tornati al potere, lo escluderanno dalle cariche pubbliche.
Con Machiavelli nasce, quindi, il concetto di stato libero ovvero quello stato che si fonda sul consenso attivo delle parti racchiuse nel suo seno ed il controllo di queste.

CHIARIMENTI SULLA VISIONE DEGLI UOMINI.
L'argomento più controverso di Machiavelli è la questione della natura umana: il segretario, fiorentino, infatti non si sofferma molto su questo punto nel "il Principe" perchè preferisce soffermarsi su argomenti operativi. Quello che più spesso viene detto è che Machiavelli ha una visione negativa degli uomini e della natura umana ma ciò non può essere affermato con certezza perchè Machiavelli non lo dice in maniera esplicita. Non si può dire nemmeno che Machiavelli ipotizzi uno stato di natura perchè non ne parlò in nessuno dei suoi scritti.
Per capire l'opinione di Machiavelli sugli uomini è necessario abbandonare il principe e prendere in mano la Mandragola, opera nella quale possiamo capire il punto di vista del segretario fiorentino.
Non starò qui a riassumere tutta la storia della "Mandragola" (che però consiglio vivamente, visto che c'è anche il film con il principe de Curtis) ma mi limiterò a dire che, in tale testo, Machiavelli il buono non è colui che fa il bene perchè non può fare altro ma colui che, potendo scegliere, decide di fare il bene. Questa visione è ancora una volta mutuata dalla mistica cristiana nella quale l'uomo giusto è colui che, pur vivendo in mezzo ai peccatori, decide di non peccare.
Concludendo possiamo dire che Machiavelli non considera negativa la natura degli uomini ma è cosciente del fatto che, per vari motivi, gli uomini possono decidere di diventari cattivi.


Ultima modifica di Dvx87 il Gio Gen 29, 2009 1:30 pm, modificato 1 volta in totale
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Dvx87




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Messaggi: 2336

MessaggioInviato: Gio Gen 29, 2009 1:09 pm    Oggetto:  
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JEAN BODIN

Jean Bodin è noto per essere il fondatore della definizione moderna di sovranità: sovrano è colui che non dipende da nessun altro se non dalla sua spada. La socranità è perpetua (dura quanto la vita dell'organo detentore) ed assoluta (non è condizionata da nulla se non da Dio).
Secondo Bodin lasovranità è indispensabile per riunire tutte le parti della nazione in un solo corpo.
La sovranità è considerata come qualcosa di insito nella natura delle cose tanto che Bodin non ipotizza l'esistenza di un vero e proprio stato di natura se non l'esistenza di una realtà tribale dominata dai capifamiglia antecendente alla creazione degli stati.
Bodin teorizza anche la tolleranza religiosa tuttavia non include in questa tolleranza la stregnoneria, considerata come portatrice di una cultura contraria alla modernità.
Bodinsi differenzia a Machiavelli poichè non separa il bene dello stato da quello dei singoli ed, inoltre, rimane legato alle concezione religiose della legge di Dio e della legge naturale.

Si può riassumere il pensiero di Bodin in quattro punti:
1) conferma del logos tripolitikos.
2) conferma del rapporto famiglia stato riguardo la concezione del potere.
3) individuazione della sovranità come potere di fare ed annullare leggi e necessitò dell'esistenza di un organo centrale.
4) presecuzione della stregnoneria individuata come portatrice di una cultura estranea alla modernità.
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