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Scuola di Mistica Fascista
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Marcus
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MessaggioInviato: Lun Apr 03, 2006 9:19 am    Oggetto:  Scuola di Mistica Fascista
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LA SCUOLA DI MISTICA FASCISTA
di
Antonello Patrizi

I primi giorni di aprile del 1930 Niccolò Giani fonda a Milano, insieme ad un gruppo di giovani in prevalenza universitari, la Scuola di Mistica Fascista; "Nella gran massa dei nostri colleghi - scriveva Giani - la nostra rivoluzione era considerata soprattutto nelle sue realizzazioni concrete, il lato profondamente spirituale del fascismo sfuggiva del tutto o quasi. Di fronte a tale materializzazione della nostra rivoluzione noi reagimmo(1).La Scuola (che prese il nome da Sandro Italico Mussolini figlio di Arnaldo Mussolini prematuramente scomparso) si proponeva di "diffondere mediante conferenze e pubblicazioni, i principi informatori della Mistica Fascista e la loro concreta attuazione"(2). "Non cercate altrove - scriveva Giani che diresse la Scuola fino al 1941 - guardate al fascismo, imparate a conoscerlo e lo amerete, studiatelo e diventerà la vostra idea. Né per voi sarà mai una catena ma un vincolo d’amore verso una creazione più grande dell’umanità. Esso sarà per voi e per tutti l’alba di un nuovo giorno"(3).L’attività dei giovani mistici si incentrava su delle pubbliche riunioni libere a tutti "poiché - affermavano - il Fascismo è apostolato, cui tutti debbono potersi accostare con cuore sincero per sentirne la bellezza ed essere presi dell’altezza della missione che la provvidenza ha affidato al Duce"(4). Ispiratore del gruppo dei giovani della mistica fu Arnaldo Mussolini(5) che con il discorso Coscienza e dovere, pronunciato per l’ inaugurazione dell’ attivita’ del terzo anno della Scuola, fornì ai "mistici" quello che essi considerarono il loro manifesto etico-politico, "lo spirito che vi anima - aveva affermato Arnaldo Mussolini - è in giusta relazione al correre del tempo che non conosce dighe, nè ha dei limiti critici; mistica è un richiamo a una tradizione ideale che rivive trasformata e ricreata nel vostro programma di giovani fascisti rinnovatori. [...] Il problema dei giovani per noi è un problema di formazione salda del carattere e per voi giovani si accoglie nell’unità indissolubile di questo binomio: coscienza e dovere. [...] Il domani deve essere migliore dell’ oggi. Voi, in una parola, dovete essere migliori di noi. Non mi spiace quando vedo in voi dei giudici severi intransigenti di cose e persone. [...] Le questioni di stile anche nei minimi particolari devono avere per voi un’importanza singolare, essenziale. Ogni giovane fascista deve sentire la fierezza della sua gioventù unita al senso dei propri limiti [...] qualunque manchi di stile, sarà sempre fuori dello spirito e fuori dal costume fascista. Le miserie non sono degne del ventesimo secolo. Non sono degne del Fascismo. Non sono degne di voi"(6).Il culto del Duce, quale fondatore e massimo interprete del fascismo e della sua missione storica, fu posto al centro dell’attività della Scuola di Mistica Fascista. "Ogni vera rivoluzione mondiale - scriveva Giani - ha la sua mistica, che è la sua arca santa, cioè quel complesso di idee-forza che sono destinate ad irradiarsi e ad agire sul subcosciente degli uomini. La scuola, è sorta appunto per enucleare dal pensiero e dall’azione del Duce queste idee-forza. La fonte, la sola, unica fonte della mistica è infatti Mussolini, esclusivamente Mussolini. Forse che ignorando o non conoscendo a fondo il pensiero del Duce si può affermare di essere fascisti? Noi diciamo di no. Che il fascismo non è istinto ma educazione e perciò è conoscenza della sua mistica, che è conoscenza di Mussolini"(7). Nello studio di Mussolini vero e proprio "vangelo del fascismo" i giovani della mistica trovavano tutte le risposte, "solo la Sua parola può dare la risposta esatta e perfetta ai nostri dubbi, può placare le nostre ansie, può diradare le nostre foschie. Ecco perchè i Suoi discorsi e i Suoi atti devono essere il nostro viatico quotidiano, il nostro breviario di ogni giorno, la pronta risposta ad ogni nostra segreta pena. Ecco perchè noi giovani dobbiamo averlo sempre vicino e studiarlo con amore, conoscerlo senza lacune, approfondirlo senza soste. [...] Dubbi e pessimismo, incertezze e indecisioni sono scomparsi quando abbiamo aperto la pagina giusta e abbiamo letto il pensiero preciso del capo. Questa gioia e questa fortuna devono essere di tutti: questo noi vogliamo e per questo dobbiamo arrivare all’ esposizione organica di tutto il Suo Pensiero e di tutta la Sua Azione"( 8 ).La fede era considerata dai "mistici" uno dei valori principali della militanza politica, Giani "fu soprattutto un fedele ed un intransigente. Taluni potrebbero chiamarlo un fanatico [...]. Il suo spirito si ribellava a qualunque forma di compromesso; sul terreno della fede non ammetteva patteggiamenti; il bello, il buono, il vero sono da un lato della barricata; dall’altra parte c’è il brutto, il male, la meschinità"(9). I giovani della mistica si sentivano appartenenti ad un ordine religioso, nella consegna data alla Scuola Mussolini aveva infatti detto loro: "La mistica è più del partito un ordine. Chi vi partecipa deve essere dotato di una grande fede. Il fascismo deve avere i suoi missionari, cioè degli uomini che sappiano convincere alla fede intransigente. È la fede che muove - letteralmente - le montagne. Questa può essere la vostra parola d’ ordine"(10).
Frequenti furono i richiami della Scuola alla necessità di contrastare in ogni sua forma lo spirito borghese: "insorgiamo - scriveva Giani - con tutte le nostre forze contro coloro che vorrebbero inchiodare la Rivoluzione riducendola a vigile e disciplinato guardiano delle loro piccole o grandi ma pur sempre miserevoli fortune, dimenticando che il Fascismo lo si serve e di esso non ci si serve [...]. All’indice i timorosi, i rimorchiati, tutti coloro che nella rivoluzione hanno visto e continuano a vedere solo il carabiniere che deve garantire la loro modesta tranquillità casalinga"(11).Era secondo Daniele Marchesini "un atteggiamento insofferente di tutto quanto non fosse fanaticamente ortodosso e si opponesse alla realizzazione di un fascismo rivoluzionario. Era [...] polemica condotta con sincerità, onestà e buona fede contro il ‘carrierismo’ e il ‘pescicanismo’, contro un vertice sclerotizzato nella burocratica mentalità delle mezze maniche"(12). I giovani della mistica dovevano formare gli uomini nuovi, gli italiani di Mussolini, "solo quando un valore - scriveva Giani - o un principio si connatura al punto da diventare esigenza inderogabile, cioè stile, esso è storicamente operante. E lo stile, soltanto lo stile è il rilevatore della compiutezza degli uomini nuovi e lo stile distingue realmente il fascista "(13). La mistica doveva rappresentare non una "nozione di cultura", ma un modo di vivere fascista "non vuole dare della cultura, nè dottrinarismo, ma essa è e vuole rimanere maestra di vita: che tutto torna agli uomini, ha detto Mussolini"(14)."Siamo dei mistici - affermava Giani al convegno nazionale indetto dalla Scuola nel 1940 sul tema ‘Perché siamo dei mistici’ - perché siamo degli arrabbiati, cioè dei faziosi, se così si può dire, del Fascismo, uomini partigiani per eccellenza e quindi per il classico borghese anche assurdi [...] del resto nell’impossibile e nell’assurdo non credono solo gli spiriti mediocri. Ma quando c’è la fede e la volontà, niente è assurdo. [...] La storia è e sarà sempre un assurdo: l’assurdo dello spirito e della volontà che piega e vince la materia: cioè la mistica. Fascismo uguale Spirito, uguale a Mistica, uguale a Combattimento, uguale a Vittoria, perché credere non si può se non si è mistici, combattere non si può se non si crede, marciare e vincere non si può se non si combatte"(15).La guerra che scoppiò rappresentò per i giovani della Scuola il banco di prova della loro preparazione, "una rivoluzione - aveva scritto F. Mezzasoma vicedirettore della Scuola - che voglia durare e perpetuarsi nei secoli ha bisogno di collaudare al fuoco della guerra l’ idea dalla quale è sorta e per cui combatte"(16). Nella primavera del 1943 saranno 16 i caduti (cinque le Medaglie d’oro) della Scuola.Niccolò Giani cadde in Albania il 14 marzo 1941. Alla sua memoria venne conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: "Volontariamente, come aveva fatto altre volte, assumeva il comando di una forte pattuglia ardita, alla quale era stato affidato il compito di una rischiosa impresa. Affrontato da forze superiori, con grande ardimento le assaltava a bombe a mano, facendo prigioniero un ufficiale. Accerchiato, disponeva con calma e superba decisione gli uomini alla resistenza. Rimasto privo di munizioni, si lanciava alla testa di pochi superstiti, alla baionetta, per svincolarsi. Mentre in piedi lanciava l’ultima bomba a mano ed incitava gli arditi col suo eroico esempio, al grido di: ‘avanti Bolzano, viva l’Italia’, veniva mortalmente ferito. Magnifico esempio di dedizione al dovere, di altissimo valore e amor patrio"(17). La sua morte fu coerente ad un ideale di vita intesa come sacrificio ed eroismo, era l’insegnamento di Arnaldo che ritornava "Essere sempre entusiasti, giovani, pieno lo spirito di gioia, lieti di combattere e lieti di morire, per dare a questo mondo che ci circonda la forma dei nostri sogni e dei nostri ideali"( 18 ).

NOTE:
(1) Libro e moschetto, 20 marzo 1930.
(2) D. Marchesini, La Scuola dei gerarchi, Feltrinelli, Milano 1976.
(3) N. Giani, Aver coraggio, Dottrina fascista, settembre 1937.
(4) ACS, Segr. part. Duce, carteggio ord. N. Giani, 509017, fasc. SMF, programma della Scuola per l’ anno XI.
(5) Cfr. M.Ingrassia, L’idea di Fascismo in Arnaldo Mussolini, ISSPE, Palermo 1998.
(6) A. Mussolini, Coscienza e dovere, in Il Popolo d’ Italia, 1 dicembre 1931.
(7) Generazioni di Mussolini sul piano dell’ impero, estratto dalla rivista Tempo di Mussolini, n. 2 1937.
( 8 ) idem.
(9) F. Mezzasoma, Niccolò Giani discepolo di Arnaldo, in Dottrina fascista, luglio 1941.
(10) D. Marchesini, La Scuola dei gerarchi, cit.
(11) N. Giani, Aver coraggio, cit.
(12) D. Marchesini, Un episodio della politica culturale del regime: la Scuola Mistica Fascista, in Rivista di Storia Contemporanea, n. 1 1974.
(13) N. Giani, La mistica come dottrina del fascismo, in Dottrina fascista, aprile 1938.
(14) Idem.
(15) N. Giani, Perché siamo dei mistici, in Dottrina fascista, gennaio-marzo 1940.
(16) F. Mezzasoma, Il cittadino della nuova Italia, in Dottrina fascista, febbraio-marzo 1942.
(17) ACS, Segr. part. Duce, carteggio ord., N. Giani, busta 985, fasc. 509017/2, segreteria politica del PNF.
( 18 ) A. Mussolini - F. Belfiori - L. Gagliardi, Arnaldo: la rivoluzione restauratrice, Settimo Sigillo, Roma 1985.


I giovani nell'Italia fascista

La gioventù - come ben testimonia l'inno del regime "Giovinezza" - non indica per il fascismo solo una categoria anagrafica, ma un simbolo di molteplici valori, etici, civili, estetici. Si afferma, per esempio, che "Il vile non può essere giovane: secondo una significativa intuizione del duce, esso è vecchio e decadente. Il 'giovane' implica un'anima d'eroe" (da Gioventù fascista, 10 febbraio 1932, p. 4).La nascita delle organizzazioni giovanili fasciste coincide con la fondazione dei fasci sansepolcristi del 1919, quando si formano le Avanguardie studentesche che affiancheranno le violenze dei fasci nei due anni successivi. D'altra parte gli stessi capi fascisti appartengono alla generazione giovanile e questo rende più immediata l'equazione fascismo=gioventù: Mussolini 39 anni, Italo Balbo 26; Giuseppe Bottai e Dino Grandi 27, Roberto Farinacci 30. Nel 1921 i giovani rappresentano il 25 % del movimento fascista, nel 1924 su 220 deputati fascisti 146 hanno meno di quarant'anni (4).Il Partito nazionale fascista proibisce tutte le altre associazioni (tranne quelle cattoliche nei paesi sotto i 20.000 abitanti) e interviene in ogni fase della vita del giovane, fin dall'infanzia, attraverso un organismo - creato nel 1926 - che si chiama Opera nazionale balilla (ONB) e che dal 1937 viene ribattezzato Gioventù Italiana del littorio (GIL), in cui i giovani sono così suddivisi:
- Le bambine ed i bambini fra i 6 e gli 8 anni sono Figli della Lupa, ovvero fratelli di Romolo e Remo;
- i bambini e i ragazzi sono divisi in Balilla (8-11 anni), Balilla Moschettieri (11-13 anni), Avanguardisti (13-15 anni), Avanguardisti Moschettieri (15-17 anni), Giovani Fascisti (17-21 anni);
- le bambine e ragazze sono Piccole Italiane (8-14 anni), Giovani Italiane (14 17), Giovani fasciste (17 21);
- dopo i 21 anni si può passare ai Fasci di combattimento, anche quelli divisi in maschili e femminili.
- gli universitari dai 18 ai 28 anni fanno parte dei Gruppi universitari fascisti (GUF) e dipendono direttamente dal partito.Entrare nella GIL (come in ogni organizzazione di categoria) non è obbligatorio, ma non iscriversi sarebbe una grande imprudenza, per il presente e per il futuro. La tessera infatti non solo dimostra lo status di buon fascista, cioè di italiano onesto, ligio, patriottico; ma, soprattutto, senza di essa, non si può usufruire dei benefici della Cassa di mutua assistenza Arnaldo Mussolini, l'assicurazione dell'ONB prima, della GIL poi: "Dalla refezione scolastica ai libri ai quaderni gratuiti per i bisognosi, dalle colonie marine estive ai campeggi estivi e invernali, dall'insegnamento della ginnastica ai tubercolosari, l'Opera balilla promuoveva ogni settore dell'assistenza sociale per i giovani come nessun governo precedente aveva mai fatto" (G.R. Venè).
L'organizzazione dei giovani in questi gruppi è di tipo paramilitare, come indicano i nomi romani (centurie, coorti, legioni) e la formazione dei giovani deve essere "severa e inflessibile" in modo da far esprimere tutte le potenzialità della giovinezza.Tutti sono d'accordo sulla necessità dell' "educazione dei giovani". Quel che si discute è se bisogna fare in modo che i giovani accettino il fascismo come l'hanno ricevuto considerandolo dunque già perfetto o si deve metterli in grado di discuterlo per migliorarlo. E' questo, ancora una volta, il contrasto fra la linea ortodossa e quella revisionista. Mussolini piuttosto che puntare sulla difficile e lunga formazione di giovani capaci di ridiscutere e rielaborare il fascismo preferisce ottenere, anche dai giovani, un consenso "di tipo irrazionale, religioso. Il consenso, per dirla con uno degli autori più cari a Mussolini, Nietzsche, del "credente": la fede. […] Solo creandosi attorno un'atmosfera religiosa, un'"altissima tensione ideale", il fascismo avrebbe potuto realizzarsi veramente" (R. De Felice).

Decalogo dell'italiano nuovo

L'Istituto milanese di Mistica fascista elaborò un Decalogo dell'italiano nuovo (1939), che riassume le diverse caratteristiche della gioventù fascista:
1. Non vi sono privilegi, se non quello di compiere per primi la fatica e il dovere.
2. Accettare tutte le responsabilità, comprendere tutti gli eroismi, sentire come giovani italiani e fascisti la poesia maschia dell'avventura e del pericolo.
3. Essere intransigenti, domenicani. Fermi al proprio posto di dovere e di lavoro, qualunque esso sia. Ugualmente capaci di comandare e di ubbidire.
4. Avere un testimonio da cui nessun segreto potrà mai liberare: il testimonio della coscienza, il più severo, il più inesorabile dei nostri giudici.
5. Aver fede, credere fermamente nella virtù del dovere compiuto, negare lo scetticismo, volere il bene e operarlo in silenzio.
6. Non dimenticare che la ricchezza è soltanto un mezzo, necessario sì ma non sufficiente a creare da solo una vera civiltà, qualora non si affermino quegli alti ideali che sono essenza e ragione profonda della vita umana.
7. Non indulgere al mal costume delle piccole transazioni e delle avide lotte per arrivare. Considerarsi soldati pronti all'appello, ma in nessun caso arrivisti e vanitosi.
8. Accostarsi agli umili con intelletto d'amore, fare opera continua per elevarli ad una sempre più alta visione morale della vita. Ma per ottenere questo occorre dare l'esempio della probità.
9. Agire su se stessi, sul proprio animo prima di predicare agli altri. Le opere e i fatti sono più eloquenti dei discorsi.
10. Sdegnare le vicende mediocri, non cadere mai nella volgarità, credere fermamente nel bene. Avere sempre vicina la verità e come confidente la bontà generosa.

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" Forse che non conoscendo a fondo il pensiero del Duce si può affermare di essere fascisti? Noi diciamo di no! Che il fascismo non è istinto ma educazione e perciò è conoscenza della sua mistica,che è conoscenza di Mussolini" (N. Giani)


Ultima modifica di Marcus il Gio Mag 02, 2013 6:25 pm, modificato 2 volte in totale
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MessaggioInviato: Dom Nov 04, 2007 2:14 am    Oggetto:  
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Volevo invitare marcus a riprendere questa discussione perchè, proprio negli ultimi giorni, girando per il web, mi è capitato di leggere un articolo pessimo, nle quale era scritto che accanto al nazismo magico c'era il "fascismo magico" di cui la scuola di mistica dovrebbe esserne la fondatrice. Poi l'articolo continua citando Evola ed i cricoli di ur come parte di questo "fascismo magico".
Approfitto dell'occasione per invitare marcus a ribadire i concetti già espressi nonchè a suggerirci opportuni articoli o testi da consultare
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MessaggioInviato: Dom Nov 04, 2007 3:54 pm    Oggetto:  
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Non so dove tu abbia letto l'articolo che dici, ma è chiaro che è tutto congeniale al calderone e soprattutto all'accostamento tra nazismo e fascismo. Denigrare e strumentalizzare. Magari era proprio un sito d'area... eh?
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MessaggioInviato: Dom Nov 04, 2007 10:50 pm    Oggetto:  
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Ora non ricordo dove l'ho letto se riesco a ripescare il sito ti faccio sapere...
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MessaggioInviato: Lun Nov 05, 2007 6:53 pm    Oggetto:  
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Mi pare ridicolo che i soliti radical-destrorsi vogliano accomunare ciò che concretamente di meglio riuscì ad ottenere a livello politico-ideologico il regime fascista con delle boiate esoteriche. Ma basta leggere le parole di Giani ed il decalogo per smontare qualsiasi tesi risibile elaborata da certa gente che di fascismo non capisce un tubo. Mi permetto di segnalare un bel libro, davvero speciale, che sebbene nulla di nuovo aggiunga a quanto da noi riportato in questa discussione, descrive efficacemente ma senza alcuna retorica quello che per me (e credo ogni vero seguace di Mussolini) costituisce quel solo, vero mito politico che fu la Scuola di Mistica fascista.

Titolo: Gli eroi di Mussolini. Niccolò Giani e la Scuola di mistica fascista
Autore: Grandi Aldo
Prezzo di copertina: € 8,00
Dati: 2004, 238 p., brossura
Editore BUR Biblioteca Univ. Rizzoli (collana Saggi)

In sintesi
La loro esistenza si esprimeva in un'unica parola: servire. Servire Mussolini e la rivoluzione fascista. A costo di morire. Ma chi erano questi sacerdoti del regime e perché avevano una fede così assoluta nel duce? In questo volume l'autore ricostruisce la storia di Niccolò Giani, Guido Pallotta, Berto Ricci e dei tanti altri che in quegli anni credettero, obbedirono e combatterono in nome del fascismo. Il volume si basa su una ricca documentazione di diari e carteggi privati ed è completato da un'Appendice di documenti inediti, fra i quali il diario dal fronte di Giani e le lettere dalla guerra dei giovani volontari di Mistica.


LEGGETELO! ... NE VALE DAVVERO LA PENA!

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MessaggioInviato: Lun Ott 27, 2008 5:45 pm    Oggetto:  
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Mussolini ai mistici ...

Io vi ho seguito in tutti questi anni da vicino e con vivissima simpatia perché considero la mistica in primo piano. Ogni rivoluzione ha infatti tre momenti: si comincia con la mistica, si continua con la politica, si finisce nell'amministrazione. Quando una rivoluzione diventa amministrazione, si può dire che è terminata, liquidata. Potrei dimostrarvi che tutte le rivoluzioni sono passate attraverso questo ciclo: noi che conosciamo la storia dobbiamo impedire che la politica scivoli nell'amministrazione. Alle origini di ogni rivoluzione c'è la mistica: se la politica è il contingente, la mistica è l'immanente, essa rappresenta i valori eterni, essenziali, primordiali. Nella politica si è trascinati anche da motivi empirici. Il contingente ci tiene certe volte avvinti, ma la mistica spazia sulle verità eterne. Occorre che vi sia chi vigili con intransigenza alla luce di queste verità, chi suoni il campanello d'allarme, chi impedisca alla politica di dimenticare i valori superiori dello spirito. Questo deve essere riservato a pochi: non può essere esteso a tutti. Perciò ho concesso che vi fossero decine di scuole di preparazione politica, ma ho voluto una sola Scuola di Mistica. […] La mistica è più del partito, è un ordine. Chi vi partecipa deve essere dotato di una grande fede. Il fascismo deve avere i suoi missionari, cioè degli uomini che sappiano convincere alla fede intransigente. È la fede che muove – letteralmente – le montagne. Questa può essere la vostra parola d'ordine. Bisogna essere intransigenti e saper combattere fino all'estremo sacrificio per la propria fede. Per l'uomo, nel significato più profondo della parola, non vi è nulla di più bello del combattimento. […] Altre civiltà sono destinate a morire mentre si afferma nel mondo la civiltà che noi abbiamo iniziato. La mistica anticipa le rivoluzioni. Voi dovete lavorare per l'avvenire. Per far questo occorre la fede. E’ facile a un certo momento deviare nella politica: voi dovete essere al di fuori e al di sopra delle necessità della politica.

(Mussolini, discorso del 20 novembre 1939, La consegna del Duce, in “Dottrina fascista”, anno V, numero speciale, ottobre-gennaio 1940-41)

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Ultima modifica di Marcus il Dom Ago 22, 2010 10:44 am, modificato 1 volta in totale
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Giovanni




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MessaggioInviato: Lun Ott 27, 2008 6:48 pm    Oggetto:  
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io ho letto una cosa simile in Wikipedia e son balzato sulla sedia! il principale esponente della mistica fascista sarebbe Evola!
Qualcuno ha già fatto notare il minestrone ma la voce scritta in questo modo è una schifezza foriera di ulteriori equivoci
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Marcus
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MessaggioInviato: Mar Ott 28, 2008 11:07 am    Oggetto:  
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Evola tenne solo qualche lezione inerente il concetto di razzismo spirituale che differenziava quello propugnato dal fascismo nella campagna razziale da quello nazista. Tutto qua. Ovviamente la voce su Wikipedia va rivista. Del perché sia stata fatta così una mezza idea credo l'abbiamo.
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MessaggioInviato: Ven Dic 18, 2009 1:08 pm    Oggetto:  
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Inserisco la tessera identificativa della Scuola di Mistica Fascista:

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MessaggioInviato: Ven Dic 18, 2009 2:49 pm    Oggetto:  
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Cosa avrebbe in bocca il teschio? Ricorda vagamente il simbolo della Decima...
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Marcus
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MessaggioInviato: Ven Dic 18, 2009 5:22 pm    Oggetto:  
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Il Littore ha scritto:
Cosa avrebbe in bocca il teschio? Ricorda vagamente il simbolo della Decima...


...in bocca ha il pugnale degli Arditi, il simbolo era utilizzato dagli squadristi già prima della Marcia su Roma.

_________________
" Forse che non conoscendo a fondo il pensiero del Duce si può affermare di essere fascisti? Noi diciamo di no! Che il fascismo non è istinto ma educazione e perciò è conoscenza della sua mistica,che è conoscenza di Mussolini" (N. Giani)
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MessaggioInviato: Ven Dic 18, 2009 6:25 pm    Oggetto:  
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Ecco, grazie Marco.
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MessaggioInviato: Mar Ago 17, 2010 5:32 pm    Oggetto:  
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...ecco, per chiudere definitivamente la questione inerente il senso autentico della Mistica fascista, la definizione che di essa viene data nell'autorevole Dizionario di politica pubblicato dal PNF

MISTICA FASCISTA

Il problema di una mistica fascista è solo in parte connesso con quello più generale della «mistica». Di questo concetto si ha un aspetto più propriamente religioso ed un altro tipicamente filosofico. Dal punto di vista religioso, mistica è l'annullamento dell'uomo in Dio e quindi la dedizione completa ed integrale della creatura al Creatore. Considerata da questo punto di vista la mistica fascista importerebbe quasi più che la dedizione assoluta all'idea fascista, l'annullamento del Fascista nel Fascismo. Questo non può essere il significato di una mistica che vuol essere veramente fascista, perché il Fascismo non intende annullare l'individuo ma invece riproporlo nella sua più vera ed effettiva totalitarietà. Anche il concetto filosofico di mistica è insufficiente a spiegare la mistica fascista. Filosoficamente infatti la mistica può considerarsi l'affermazione di una verità come oggettivamente assoluta e tale da annullare completamente ogni speculazione di pensiero estraneo a questa verità, di modo che l'assolutezza di quella determinata realtà è da porsi come un dato incontrovertibile della conoscenza. In tal senso « mistica fascista » significa convinzione nell'assoluta verità della dottrina affermata ,dal Duce e convinzione nella necessità stessa di questa dottrina, come mezzo della grandezza e potenza della nazione. Ma se questa è mistica, la mistica fascista è qualche cosa di più ancora di questa stessa concezione che sembra la più alta a cui mente umana possa arrivare. Come è stato giustamente affermato, il nemico ideale della mistica è la dialettica in quanto il pensiero mistico pone come una realtà assoluta l'affermazione di un mondo esterno in cui il pensiero deve annullarsi e dal quale non può assolutamente ritirarsi. Ma il Fascismo è movimento ed è quindi l'affermazione più netta della dialettica, in quanto questo movimento, che si traduce nel campo politico nell'indefinito accrescimento della potenza nazionale, è movimento determinato da un pensiero, o meglio, da una volontà cosciente che tende all'attuazione di un mondo spirituale e a tradursi in realtà obiettiva, ma che ha pur sempre una propria spiritualità. Il concetto più esatto quindi di « mistica fascista » è quello dell'azione più rapida e più dinamica determinata da una più profonda assimilazione dei presupposti ideali della Rivoluzione fascista. Questo è senza dubbio il concetto più aderente alla concezione fascista e questo è anche quello che ha ispirato la creazione a Milano di una « Scuola di mistica fascista » intitolata al nome di Sandro Italico Mussolini. Il presidente della scuola, in una sua relazione consegnata al Duce il 21 novembre 1939-XVIII, ha affermato che la Scuola si propone la formazione « di missionari per tramandare ed infiammare dell'idea, di cui Voi ci avete accesi, le nuove generazioni ». E del resto la simbolica consegna del « Covo » di via Paolo da Cannobio, prima sede del Popolo d'Italia, avvenuta il 27 ottobre 1939-XVII agli allievi della Scuola, sta a testimoniarlo. Con ciò la mistica fascista si definisce la preparazione all'azione più energica e più accesa che tende a tradurre in realtà le affermazioni ideali del Fascismo. Poiché infatti il Fascismo afferma il binomio indissolubile tra pensiero ed azione, la prassi fascista, e specialmente questa prassi più nobile del Fascismo che è la mistica fascista, non è pura prassi meccanica, non è semplice attivismo, sia pure ideale, ma è azione cosciente della volontà umana che tende a attuarsi in una realtà obiettiva, in quanto è in possesso di un compiuto mondo spirituale che urge alle soglie della propria umanità per tradursi in grandezza e potenza. La « mistica fascista » assume in tal modo un suo più completo e totale significato, perché fonde in un solo i due elementi che in un primo tempo sembravano distaccati, il momento puramente spirituale della mistica fascista come credenza in un « assoluto » ed il momento attivo di essa come azione. La mistica fascista può quindi meglio definirsi come l'azione fascista determinata dalla fede più salda nell'assoluta verità delle affermazioni fasciste. In tal senso si può comprendere come si possa parlare di una mistica fascista facente parte della dottrina o il meglio dell'azione dottrinale del Fascismo, e come sia opportuna una scuola che prepari ed indirizzi la parte migliore della gioventù italiana verso questa mistica, cioè verso questa azione « più fascista».

S. Malvagna

( Estratto da “Dizionario di politica” a cura del Partito Nazionale Fascista, Vol III, pp. 185 – 186, Roma 1940 )

…con buona pace di evoliani, tradizionalisti e radical-destrorsi vari! Laughing

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" Forse che non conoscendo a fondo il pensiero del Duce si può affermare di essere fascisti? Noi diciamo di no! Che il fascismo non è istinto ma educazione e perciò è conoscenza della sua mistica,che è conoscenza di Mussolini" (N. Giani)
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"La mistica appunto precisa questi valori...nella loro attualità politica...e dimostra l'universalità di luogo e di tempo del Fascismo"(Giani)
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