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RomaInvictaAeterna Site Admin


Età: 46 Registrato: 30/11/04 13:52 Messaggi: 3234 Località: Roma
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Inviato: Dom Giu 09, 2013 9:59 am Oggetto: Descrizione: |
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..Ho visto per intero la LUNGA puntata citata da Marcus. Confermo, punto per punto, ciò che ho scritto prima.
A parte il "trauma" di essermi trovato d'accordo, in alcuni casi, con Vespa e Travaglio ( ), la regia della trasmissione è evidentemente il prologo di quella venuta dopo nell'inchiesta che ho citato.
Anche la disposizione degli "attori": Travaglio e Vespa (in misura minore) facevano i "contestatori"; Uolter e SANTORO (attenzione: è il conduttore, ed è importante la sua parte) i "legittimisti".
E', ovviamente, INDECENTE la parte tenuta da Uolter. Davvero indecente. Ha difeso l'indifendibile, anche davanti all'evidenza contraria. Ma se ci fate caso, gli interventi di Travaglio e Vespa sono stati molto pochi, rispetto al tema e alla parte che si sono dati. Leggendo bene la puntata, si comprende meglio l'inchiesta che ne è seguita. E l'inchiesta "Cosa Vostra" è andata in onda SENZA PUBBLICO e senza ospiti. Anche in questo caso, il "pubblico" è stato eterodiretto. _________________
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"La mistica appunto precisa questi valori...nella loro attualità politica...e dimostra l'universalità di luogo e di tempo del Fascismo"(Giani) |
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RomaInvictaAeterna Site Admin


Età: 46 Registrato: 30/11/04 13:52 Messaggi: 3234 Località: Roma
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Inviato: Lun Lug 01, 2013 5:56 pm Oggetto: Descrizione: |
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Ebbene, siamo innanzi ad un'altra dichiarazione di Riina. In realtà del tutto ovvia e anche fatta in un contesto "strano" , di teorico "sfogo". Il che insospettisce e fa pensare ad un fine ricattatorio. Il capo mafioso avrebbe detto alle sue guardie carcerarie che a via d'Amelio c'erano i Servizi segreti. Che scoperta! Inoltre, proseguendo nel suo "sfogo", ha accusato i magistrati di essere peggio della mafia, perché almeno i suoi sono in grado di portare a termine le operazioni accettandone le conseguenze! Ebbene : che quella strage avesse sullo sfondo l'ignobile trattativa è palese dai fatti. Solo a causa di questo straccio di "repubblica " la Giustizia non sará mai fatta. I crimini perpetrati dallo "stato " farebbero schifo anche ai criminali, suoi parenti diretti, e anche Riina lo conferma. Ma evidentemente la coscienza dei cittadini è ancora addormentata : Solo gli utenti registrati possono vedere i link! Registrati o Entra nel forum! |
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RomaInvictaAeterna Site Admin


Età: 46 Registrato: 30/11/04 13:52 Messaggi: 3234 Località: Roma
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Inviato: Mer Lug 17, 2013 2:58 pm Oggetto: Descrizione: |
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Oh bella! Ma poteva mai, l'integerrimo Magistrato e tutore della legge Ingoria, che così generosamente si è "buttato" in politica, rimanere senza la poltrona che gli spetta di diritto, e senza una "collocazione" dopo essere stato sonoramente trombato alle urne? MA CERTO CHE NO! Il "governatore" Crocetta, dall'alto della sua statura politica, che cosa ha fatto? Questo:
Ingroia, per l'ex magistrato arriva l'incarico in Regione come commissario
Sarà commissario di «Sicilia e-Servizi», la società pubblica per l'informatizzazione
PALERMO - Alla fine l'incarico in Sicilia è arrivato. L'ex pm antimafia di Palermo, Antonio Ingroia, sarà il nuovo commissario di «Sicilia e-Servizi», la società pubblica per l'informatizzazione. Lo annuncia il governatore Rosario Crocetta che al secondo tentativo è riuscito a riportare il magistrato al servizio della sua regione.
Era andata a vuoto la nomina per il primo incarico, confezionata dal presidente a pochi giorni dalla debacle di Ingroia e del suo partito «Azione Civile» alle elezioni politiche, dove non riuscì a superare lo sbarramento del 4%. Per l'ex procuratore aggiunto di Palermo, il governatore aveva pensato a un posto come presidente di Riscossione Sicilia Spa, la società che riscuote le imposte per la Regione siciliana.
Dopo il no della Terza Commissione del Csm alla concessione della necessaria aspettativa, era arrivato il diniego definitivo del plenum di Palazzo dei marescialli. E la ragione restava quella della mancanza di interesse dell'amministrazione della giustizia a che un magistrato vada a ricoprire un incarico del genere. Questo incarico «si pone in chiave di notevole distanza (se non estraneità) rispetto all'amministrazione della giustizia», sottolineava il plenum.
Ingroia era stato quindi trasferito alla Procura di Aosta, dopo che il Tar aveva respinto la sua richiesta di sospensiva. La città valdostana, come ha detto senza tanti giri di parole Ingroia, non incontrava i suoi gusti e soprattutto le sue attitudini. Così ha lasciato la magistratura con la formula della «decadenza». «Andarmene mi è costato molto - ha detto lasciando la Procura di Aosta e contestualmente la magistratura lo scorso 19 giugno - ed è stata una decisione sofferta e travagliata. Io me la sentivo cucita addosso, e ho dedicato tutta la vita a quella attività». Adesso l'ex pm ripartirà da un incarico politico non semplice. La società e-Servizi, che doveva servire a informatizzare la Regione, si è rivelata, secondo Crocetta, solo una partecipata mangia-soldi.
«Provvederemo al più presto a commissariare Sicilia E Servizi, Ingroia ha già dato la sua disponibilità», ha ribadito oggi il governatore Crocetta ricordando che «alla Sicilia E-Servizi lavorava la figlia di Stefano Bontade (capomafia negli anni Ottanta) e attualmente alla Venture, una delle società che gravitano attorno alla Sicilia E Servizi, ci lavora il genero; la Venture è una società molto strana, è un'azienda privata che riceve tutti gli appalti della Sicilia E Servizi, per 200 milioni di euro».
Per Crocetta «qui si violano le leggi sulla concorrenza e sugli appalti, portando nelle casse della società regionale solo il 3% di utili, mentre il resto se lo prendono i privati che non fanno nemmeno le gare d'appalto».
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Marcus Cittadino Fascista-Gruppo ADMIN


Età: 50 Registrato: 02/04/06 11:27 Messaggi: 2613 Località: Palermo
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Inviato: Ven Lug 19, 2013 5:08 pm Oggetto: Descrizione: |
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...ed ecco che arriva senza alcuna sorpresa (almeno per noi fascisti!) la sentenza tanto scandalosamente vergognosa quanto assolutamente prevedibile, giacché, come abbiamo sempre sottolineato, è impensabile che la criminale repubblica delle banane antifascista processi se stessa e la sua storia ignobile. Dunque tutto come da copione, persino il cattivo gusto di far coincidere tale obbrobrio giudiziario (il fatto c'é ma per i giudici non costituisce reato!) con l'anniversario della morte del povero illuso giudice Borsellino, vilipeso ancora una volta dagli organi di quell'antistato per il quale purtroppo per lui lavorava e che lo ha pure eliminato.
Mancata cattura Provenzano, il generale Mori assolto a Palermo
Il generale e il colonnello del Ros erano accusati di favoreggiamento a Cosa nostra per non aver arrestato il boss in un casolare di Mezzojuso nel 1995, nonostante la segnalazione del confidente Ilardo, ucciso poco dopo. Il tribunale chiede alla Procura di valutare se procedere contro i due grandi accusatori Riccio e Ciancimino jr. La sentenza peserà sul processo sulla trattativa Stato-mafia
di Giuseppe Pipitone | 17 luglio 2013
Il 31 ottobre del 1995 non ci fu nessun mancato arresto di Bernardo Provenzano, e se ci fu non è da considerarsi reato. È la sentenza della quarta sezione penale del tribunale di Palermo che ha assolto il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu dall’accusa di favoreggiamento a Cosa Nostra: per loro l’accusa aveva chiesto una condanna rispettivamente a 9 anni per Mori, e a sei e mezzo per Obinu.
Sono bastate sei ore di camera di consiglio perché la corte presieduta dal giudice Mario Fontana emettesse la sentenza che accoglie le richieste degli avvocati Basilio Milio ed Enzo Musco, legali di Mori e Obinu. Un’ assoluzione che ha colto di sorpresa l’accusa: la corte ha assolto gli imputati secondo il primo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale. Un’assoluzione piena dunque per Mori e Obinu, imputati di un reato che secondo il giudice non ci sarebbe. Esattamente la stessa decisione che era stata adottata nel 2006, quando lo stesso Mori era stato assolto, insieme al capitato Ultimo, per la mancata perquisizione del covo di Totò Riina.
Un processo complesso quello per il mancato arresto di Provenzano, cominciato cinque anni fa, che ha visto sedere sul banco dei testimoni più di cento uomini tra esponenti politici di primo piano, ufficiali delle forze dell’ordine e collaboratori di giustizia. “Ricorreremo sicuramente in appello” è lo stringato commento che il pm Nino Di Matteo, presente all’udienza insieme ai colleghi Vittorio Teresi e Roberto Tartaglia, ha rilasciato uscendo dall’aula.
Pochi secondi dopo la lettura della sentenza Mori, visibilmente emozionato, si è dileguato dal palazzo di giustizia non rilasciando alcun commento ai cronisti. “Lasciatelo in pace, ha subito un’ingiustizia lunghissima” ha invece esclamato uno dei suoi legale, l’avvocato Musco. Poco distante, il giovane Milio tradiva un sorriso di soddisfazione per l’assoluzione appena incassata.
A trascinare Mori alla sbarra nel 2007, insieme al suo sottoposto Obinu, furono le dichiarazioni del colonnello Michele Riccio che, tramite il confidente Luigi Ilardo, avrebbe ricevuto la “soffiata” di un summit organizzato da Provenzano nelle campagne di Mezzojuso. Il via libera per effettuare il blitz ed arrestare il boss corleonese non sarebbe mai arrivato, e Provenzano rimase latitante fino all’11 aprile del 2006. Poco tempo dopo il confidente Ilardo venne assassinato in un agguato rimasto ancora oggi avvolto dal mistero, senza avere avuto il tempo di diventare a tutti gli effetti un collaboratore di giustizia.
“Non c’erano le possibilità di intervenire in quanto il terreno era costantemente occupato da mucche, pastori e pecore” era stata la giustificazione fornita da Obinu. I due militari in passato avevano denunciato Riccio, già scagionato dal gip Maria Pino, che aveva messo nero su bianco le “plurime omissioni e inerzie del Ros dei carabinieri finalizzate a salvaguardare la latitanza di Provenzano”. Oggi, però, un altro giudice terzo ha preso una decisione di senso opposto rispetto a quella della Pino, non credendo alle accuse di Riccio e della procura di Palermo, e scagionando invece i Ros.
La corte ha chiesto alla Procura di riprendere in esame i verbali con le parole di Riccio, sul quale a questo punto incombe nuovamente l’accusa di calunnia. Insieme alla sua testimonianza, i giudici non hanno creduto nemmeno alla accuse di Massimo Ciancimino, attualmente agli arresti domiciliari per una vicenda di evasione fiscale, che aveva raccontato alla corte i rapporti intercorsi tra suo padre, l’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, e il generale del Ros, nell’estate del 1992. Anche per Ciancimino Junior la corte ha chiesto l’invio degli atti alla procura.
Quella di oggi è una sentenza importante e forse storica, nonostante si tratti soltanto di un primo grado di giudizio. Il processo sulla mancata cattura di Provenzano incrocia infatti da mesi un’inchiesta più importante: quella sulla trattativa tra pezzi delle istituzioni e Cosa Nostra. Nel novembre del 2011 i pm palermitani avevano infatti contestato a Mori di non aver volutamente arrestato Provenzano “per assicurare a sé e ad altri il prodotto dei reati di cui agli articoli 338, 339, 110 e 416 bis” ovvero di non aver messo le manette a Binnu ‘u Tratturi in nome del patto sotterraneo siglato con Cosa Nostra.
Provenzano, nella ricostruzione della procura, è il ragioniere, il regista della Trattativa, che dopo aver “venduto” Riina dirige e orchestra la coabitazione di Stato e anti Stato sullo stesso territorio: ovvero l’Italia. Stando alla sentenza di oggi, viene quindi a mancare uno degli oggetti principali su cui si fonda il dibattimento parallelo sul patto tra Cosa Nostra e lo Stato. Per i giudici palermitani non esisterebbe quindi quell’immunità che sarebbe stata garantita dai Ros a Provenzano dopo il biennio stragista che colorò di sangue e tritolo la storia recente di questo Paese. Smontato, stando alla sentenza di oggi, anche il ruolo d’interfaccia operativa dei contatti con la piovra assegnato, nella ricostruzione dei pm, a Mori e ad alcuni elementi del Ros. Un punto importante in questa prospettiva, dato che a settembre riprenderà a Palermo il procedimento sulla Trattativa, che vede alla sbarra lo stesso Mori: l’assoluzione di oggi peserà certamente sulla posizione ancora aperta del generale nel processo sul patto tra pezzi delle istituzioni e Cosa Nostra.
Insieme a Mori, si trovano alla sbarra altri nove imputati, tra esponenti delle istituzioni e boss mafiosi. Tra questi anche politici di rilievo come l’ex senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e l’ex ministro democristiano Nicola Mancino, che si sarebbe macchiato di falsa testimonianza deponendo a un’udienza del processo per la mancata cattura di Provenzano nel febbraio del 2012. Uno dei rebus rinfacciati a Mancino è l’incontro con Borsellino, il primo luglio del 1992 al Viminale. Borsellino, per i pm, avrebbe protestato per una trattativa in corso con Cosa Nostra: diciotto giorni dopo finirà massacrato nell’inferno di via d’Amelio. Sono passati esattamente ventuno anni.
“Questa – aveva detto nella sua requisitoria il pm Di Matteo – è una storia in cui una parte delle istituzioni, per un’inconfessabile ragione di Stato, ha cercato e ottenuto il dialogo con l’organizzazione mafiosa nel convincimento che quel dialogo fosse utile a fermare le manifestazioni più violente della criminalità e a ristabilire l’ordine pubblico. Questo è un processo drammatico in cui lo Stato processa se stesso”. Contrariamente a quanto diceva Leonardo Sciascia, quindi, qualche volta capita anche che lo Stato arriva a processarsi. E questa volta ha optato per un’assoluzione.
...HECCE pseudo-italia! _________________ " Forse che non conoscendo a fondo il pensiero del Duce si può affermare di essere fascisti? Noi diciamo di no! Che il fascismo non è istinto ma educazione e perciò è conoscenza della sua mistica,che è conoscenza di Mussolini" (N. Giani) |
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Marcus Cittadino Fascista-Gruppo ADMIN


Età: 50 Registrato: 02/04/06 11:27 Messaggi: 2613 Località: Palermo
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Inviato: Mar Ott 15, 2013 4:46 pm Oggetto: Descrizione: |
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... finalmente ecco le motivazioni della sentenza di assoluzione per il generale dei Carabinieri Mori ed il colonnello Obinu!
Udite! Udite! O popolo di buoi democratici e antifascisti, NON c'é stata alcuna trattativa tra repubblica delle banane e mafia!
NON sono stati favoriti i super latitanti!
Dunque, Falcone e Borsellino NON sono stati ammazzati perché si opponevano alla trattativa (se non c'é, non c'é, mettetevi il cuore in pace, ce lo dice il Tribunale democratico della repubblica che ha emesso la sentenza!).
Dulcis in fundo, non essendoci alcuna trattativa, è già stata scritta in anticipo la sentenza del processo non ancora celebrato all'ex ministro Mancino...in breve la sentenza l'aveva già pronunciata l'ex gufino, ex compagnosky ed ex uomo... il tribunale ne ha solo preso atto ed ha ratificato!
...HECCE pseudo-italia! ...FESSO CHI VOTA!
La sentenza che smonta la trattativa Stato-mafia
Pubblicato il 15 ottobre 2013 10.27
ROMA – Mario Mori e Mauro Obinu sono stati assolti in primo grado nel processo presso il tribunale di Palermo. Un’assoluzione che smonta la tesi della trattativa tra Stato e mafia che vede il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tra i testimoni, con il pm di Palermo che continua a chiedere una sua deposizione.
Mori e Obinu sono gli ex responsabili del Ros che sono stati assolti dall’accusa di non aver voluto catturare Bernardo Provenzano nel 1995. Assoluzioni che, scrive il Corriere della Sera,
“rappresentano una forte ipotetica sul processo-gemello, quello per la presunta trattativa fra lo Stato e la mafia nella stagione delle stragi. Perché secondo i pubblici ministeri (gli stessi nei due dibattimenti) l’ipotetico favoreggiamento del latitante «storico» di Cosa nostra fu consumato proprio in ossequio alla trattativa. Secondo i giudici, invece, il favoreggiamento non ci fu, e nemmeno la trattativa è così sicura. Anzi. Talvolta appare «immaginale», ma mai «sufficientemente provata».
“Spesso incerto, talora confuso ed anche contraddittorio”, questa la descrizione del quadro probatorio che per la sentenza presenta dubbi e perplessità, scrive il Corriere della Sera:
“Ad esempio: l’arresto di Salvatore Riina operato dallo stesso Ros il 15 gennaio 1993, che per l’accusa fu un primo frutto del «patto occulto» siglato con Provenzano, per i giudici «ha costituito una svolta che ha restituito fiducia e slancio all’azione di contrasto all’associazione mafiosa, che da lì in poi ha conosciuto una ragguardevole continuità».
E ancora:
“la storia dei 300 e passa decreti di «carcere duro» revocati dall’ex ministro della Giustizia Conso nell’autunno ‘93 — altra conseguenza della trattativa, nella ricostruzione dei pm — saranno pure stati «un segnale di distensione» , che però sembra «eccessivamente enfatizzato dall’accusa»; avvenne «per cercare di evitare i colpi di un terrorismo mafioso che sembrava in quel momento incontrollabile», e in ogni caso «non vi è prova della presunta trattativa che avrebbe condotto al cedimento del ministro Conso»”.
Dopo 20 anni, secondo la sentenza del tribunale vi sono elementi che vanno considerati con il giusto peso oppure
«rischia di essere fuorviante e di fare apparire, attraverso facili dietrologie e impropri richiami moralistici, complicità e connivenze gli sforzi di chi magari cercava in quei difficili momenti di evitare eventi sanguinosi in attesa di tempi migliori. I giudici si spingono fino a rendere omaggio agli ufficiali che «portarono a termine la cattura del Riina», mentre avanzano ombre pesanti sui testimoni dei pm. In particolare Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso Vito (a sua volta «personaggio quanto mai inquietante e tutt’altro che trasparente»), rivelatosi tutt’altro che attendibile, vittima di una «narcisistica propensione ad affermazioni eclatanti che gli facessero guadagnare la ribalta mediatica» e guidato dal «velleitario tentativo di conquistare con gli inquirenti una posizione di forza che preservasse il patrimonio illecitamente accumulato dal padre»”.
Per la posizione di Nicola Mancino, ex ministro imputato per falsa testimonianza, non vi sarebbero riscontri di una trattativa. Solo ipotesi, spiega il Corriere della Sera:
“E che Paolo Borsellino sia stato ucciso perché aveva saputo della trattativa e s’era opposto, «è frutto di una mera ipotesi che potrebbe essere plausibile, ma non trova supporto probatorio in nessun sicuro elemento»”.
Alcuni aspetti del mancato arresto sono opachi, spiega la sentenza,
“ma il patto Provenzano non è provato. E resta un altro processo basato su elementi quasi identici, appena cominciato, che da ieri è diventato un po’ più difficile per l’accusa”.
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RomaInvictaAeterna Site Admin


Età: 46 Registrato: 30/11/04 13:52 Messaggi: 3234 Località: Roma
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Inviato: Lun Nov 04, 2013 10:57 am Oggetto: Descrizione: |
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Il male assoluto... Abbiamo sempre stigmatizzato questo "epiteto", perché sempre riferito al Fascismo, usato propagandisticamente per "dannarlo" agli occhi del mondo... Abbiamo attaccato il "moralismo dogmatico propagandistico", attaccando quelli che lo sostengono...perché la ricerca non può "fermarsi" in base a dogmi, per di più imposti da propaganda...
C'è un ambito, però, dove il dogma diventa tale perché RAZIONALMENTE PROVATO. C'è un ambito, ovvero, dove la RAGIONE detta il dogma, ed esso diventa tale non per ARBITRIO del soggetto, che alla fine è lui stesso "il dogma" e ne fa ciò che vuole a piacimento, ma per ragionevole "constatazione" e dimostrazione.
Ecco: voglio essere dogmatico. La repubblica antifascista nata dalla resistenza è DOGMATICAMENTE ed indiscutibilmente, a causa della DIMOSTRAZIONE patente che dà di se stessa, un organismo CRIMINALE, IMMORALE, SCHIFOSO, ASSASSINO, INGIUSTO, STERMINATORE, AVVELENATORE di corpi e coscienze. Tutta la storia di questa "repubblica" (poveri Romani, a cui è stato usurpato il termine!) trasuda di crimine abominevole, ai danni prima di tutto dei "cittadini" che hanno la sventura di abitare i suoi "confini" materiali! E' un continuo, da più di 70 anni, di stragi, omicidi diretti o "indiretti", avvelenamenti, truffe, ladrocini, furti di ogni genere, defraudazioni, depredazioni...
Il "capo-cosca" Schiavone, dunque, che si limita ad elencare questi atti e ad addebitare "logicamente" la responsabilità DIRETTAMENTE (attenzione: non indirettamente, per eventuale incapacità o inattività delle "istituzioni"!) alla "repubblica antifascista nata dalla resistenza", non desta meraviglia. Dimostra il DOGMA ragionevole e razionale della CRIMNALITA' intrinseca di questo Sistema marcio, corrotto e corruttore, che non si contenta di infierire su una massa sempre più amorfa e lobotomizzata, di usarla e di vessarla: no! LA UCCIDE SISTEMATICAMENTE E LENTAMENTE!
Schiavone dice, in una recente intervista (oltre che nei recenti documenti riportati alla luce, "saggiamente", anni dopo i fatti e senza che NULLA ACCADA ), che la Criminalità Organizzata in "italia" NON MORIRA' MAI, perché è l' "italia" ad essere essa stessa un Sistema CRIMINALE. L'affermazione, con nomi, cognomi, "istituzioni" coinvolte, perde ogni sua "veste" retorica ed assume il crisma della Verità ASSOLUTA E DOGMATICA. Anche in queste inchieste che portiamo avanti, solo pallida "ombra" della vastità del crimine della "repubblica", si nota questo DOGMA.
Schiavone accusa: i cittadini moriranno TUTTI. Cancro o avvelenamenti di altro genere, perché LO "STATO" li sta uccidendo, avvelenandoli con veleni di ogni genere e tipo, da quelli radioattivi a quelli chimici!
Ma "lo Stato", specialmente in queste pantomime finto-democratiche in cui il cretino di turno di alza dicendo: "se fosse colpevole non farebbe emergere il marcio", lo "Stato" fa molto di "più e meglio"! Il Marcio non solo non lo fa "emergere" e non lo combatte, perché è MARCIO esso stesso, ma con queste "inchieste" e con queste "sortite" si diverte a prendere per i fondelli i MORTI VIVENTI, ovvero noi (!), perché sa già essere abbrutiti da materialismo e lavaggio del cervello consumistico, dalla povertà morale e materiale, per cui nulla di meglio che fingere "giustizia", insabbiandola a tempo debito!!!
Queste le dichiarazioni di Schiavone: Solo gli utenti registrati possono vedere i link! Registrati o Entra nel forum! |
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Marcus Cittadino Fascista-Gruppo ADMIN


Età: 50 Registrato: 02/04/06 11:27 Messaggi: 2613 Località: Palermo
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Inviato: Lun Nov 04, 2013 2:57 pm Oggetto: Descrizione: |
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...e naturalmente non aspettatevi colpevoli tra i politicanti e gli amministratori delegati a gestire tali affari dallo stesso potere politico "democratico e antifascista"...
I COLPEVOLI SIAMO SOLO NOI CHE LI SOPPORTIAMO!
Processo rifiuti Campania, tutti assolti
Assolti Bassolino e manager Impregilo e Fibe
04 novembre, 14:24
(ANSA) - NAPOLI, 4 NOV - Tutti assolti con formula piena i 28 imputati al processo sulla gestione del ciclo rifiuti in Campania. Tra loro Antonio Bassolino, ex presidente della Regione e commissario straordinario per l' emergenza rifiuti dal 2000 al 2004, Pierluigi Romiti, ex manager di Impregilo, Raffaele Vanoli, ex subcommissario, Armando Cattaneo, ex ad di Fibe, Angelo Pelliccia, ex direttore generale.Il processo si è svolto davanti alla V sezione del Tribunale, presidente Maria Adele Scaramella.
...HECCE pseudo-italia! FESSO E COLPEVOLE CHI VOTA! _________________ " Forse che non conoscendo a fondo il pensiero del Duce si può affermare di essere fascisti? Noi diciamo di no! Che il fascismo non è istinto ma educazione e perciò è conoscenza della sua mistica,che è conoscenza di Mussolini" (N. Giani) |
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Età: 46 Registrato: 30/11/04 13:52 Messaggi: 3234 Località: Roma
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Inviato: Lun Nov 11, 2013 6:05 pm Oggetto: Descrizione: |
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...e tanto per non smentire il crimine immondo di questo "ente" che si autodefinisce "stato italiano", ecco una notizia fresca fresca:
Vogliono trasferire il generale che ha scoperto lo scandalo dei rifiuti in Campania
Corre voce che vogliono trasferire il comandante della Polizia Forestale, generale Sergio COSTA, che in questi ultimi mesi ha dato un contributo decisivo al dramma delle nostre campagne.
È stato lui, con i suoi uomini, a scoprire e tirare dalle viscere della terra tanti bidoni di rifiuti industriali altamente tossici e nocivi per la salute.
Non comprendiamo il motivo di questo trasferimento. A noi, semplici cittadini, questo trasferimento, in questo momento sembra proprio inopportuno.
Chiediamo ai superiori del generale Costa e al ministro dell’Agricoltura, Nunzia DE GIROLAMO, di lasciarlo al suo posto, per portare a termine le operazioni intraprese.
Il Comandante Costa, oltre al suo lavoro, ha sempre accettato di partecipare a convegni, incontri, dibattiti con i cittadini, creando quel clima indispensabile di fiducia tra Istituzioni e popolazione. Spiegando con chiarezza come stavano le cose e sempre trasmettendo fiducia soprattutto nei giovani.
Per favore: lasciate che il generale Costa continui a lavorare per questa nostra terra martoriata.
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Inviato: Lun Nov 11, 2013 6:13 pm Oggetto: Descrizione: |
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..quello che non comprendo io, e non comprenderò MAI, alla luce del crimine PALESE e dell'immondizia orribile che è questo pseudo "stato", è come sia possibile che persone oneste ancora si possano "spendere" sperando che qualcosa si possa ancora fare, all' "interno" di questo immondezzaio...
Ma se chi ci avvelena e uccide è lo stesso pseudo "stato", come stupirsi che una persona retta venga CACCIATA? Come si può sperare qualcosa, anche la minima, dalle cosiddette "istituzioni"? MISTERO _________________
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Inviato: Lun Nov 18, 2013 3:04 pm Oggetto: Descrizione: |
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...e tanto per confermare ciò che abbiamo detto, ecco che la "repubblica schifosa nata dal latrocinio e dal letame" fa quello che gli riesce meglio: SCARICARE responsabilità... Infatti il Bassolino, decretato quasi adamantino per la sua buona fede (!!!), non è colpevole! NO! E chi è colpevole? Ma la provincia e la regione (un ente), ovviamente: Solo gli utenti registrati possono vedere i link! Registrati o Entra nel forum! |
Chiaramente finchè non ci sarà l'ennesimo magistrato che dichiarerà tutti prosciolti...perché "il fatto non sussiste"...! E certo! L'unico "fatto che sussiste" è l'esistenza stessa di queste "istituzioni"...E' per questo che possono avvelenare e uccidere i "cittadini"!
Infatti anche il "buon" Nicola Vendola, lui si vero specchio di integrità (!!!!!!!!!!!) ci mette del suo in quel della Puglia! Lui che nonostante la vergognosa vicenda dell'Ilva non si stacca dalla sua dorata poltrona di pseudo-marxista da quattro soldi bucati, si faceva grasse risate al telefono quando parlava dei morti di tumore che miete quell'inferno a cielo aperto che è la fabbrica incriminata...Tutto intento a rassicurare il "buon" Riva che lui, Vendola, non sarebbe rimasto con le mani in mano...Leggere per credere: Solo gli utenti registrati possono vedere i link! Registrati o Entra nel forum! |
BENVENUTI ALL'INFERNO...Ah no..è la repubblica antifascista nata dalla resistenza! _________________
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