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Associazione Culturale Apartitica-"IlCovo" Studio Del Fascismo Mussoliniano |
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Messaggio |
AquilaLatina
Registrato: 07/05/07 21:34 Messaggi: 1482 Località: Stato Nazionale Fascista
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Inviato: Ven Feb 25, 2011 4:41 pm Oggetto: Charles Taylor Descrizione: |
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Volevo portarvi all'attenzione gli studi di Charles Taylor, di cui ho scoperto il pensiero grazie ai miei testi universitari. Taylor è un filosofo canadese, meglio conosciuto per i suoi contributi in filosofia politica, filosofia della scienza sociale, e storia della filosofia. Ha avuto la cattedra come professore di Teoria Sociale e Politica all'Università di Oxford, succesivamente diventato professore emerito di Political Science and Philosophy all'Università di Montreal. Ha scritto "Il disagio della modernità" in cui illustra il suo pensiero di cui vi riporto una sintesi:
Il punto di partenza di Taylor è la critica al “pacchetto illuminista” che vuole un’interpretazione a-culturale della modernità che cerca di omogeneizzare la modernità sul modello occidentale che si fonda su:
-Rivoluzione Scientifica
-Secolarizzazione
-Crisi della Metafisica
-Individualismo
La modernità per Kant doveva liberare il soggetto dall’autorità esterna ereditando dal cristianesimo il valore assoluto della coscienza personale. Con la crisi della Storia Ordinata dalla Provvidenza l’individuo si trova a torcersi verso se stesso e il culmine di questa torsione è il “cogito cartesiano” che fonda la filosofia moderna e fa si che l’individuo moderno si trovi rinchiuso nella sua riflessività in un mondo dominato dall’anomia e dalla crisi dell’identità personale dove domina una concezione utilitarista del benessere dove l’essere umano sembra non avere più prospettive per il futuro.
Taylor è associato a filosofi politici come Michael Walzer e Michael Sandel per la loro critica comunitaria alla teoria liberale della comprensione del sé. I Communitarians (“Comunitaristi”) enfatizzano l’importanza della società e dei valori comuni ereditati da una tradizione che hanno importanza per la comprensione di se stessi e della propria identità. Nel 1991, Taylor pubblica il Disagio della Modernità, dove delinea quali sono i mali della società moderna occidentale. Taylor sostiene, tra le tante cose, che la tradizionale teoria liberale dell’identità personale è troppo astratta,strumentale e ad una dimensione. Per Taylor, da John Locke a Thomas Hobbes fino ai più moderni teorici liberali come John Rawls e Ronald Dworkin, ci si è dimenticati della dimensione comunitaria in cui l’essere umano si trova gettato. L’uomo vive sempre in una comunità composta da suoi simili ed è, in questo senso, un “animale comunitario”, come già era stato magistralmente colto da Aristotele: questi aveva definito l’uomo un “animale socievole” (zoòn politikòn), destinato alla vita comunitaria. Contro la tradizione che – trovando in Locke e Hobbes i suoi massimi esponenti – si è dimenticata del carattere comunitario dell’esistenza umana, Taylor rivaluta in modo altamente positivo Hegel (studiato in Hegel e la società moderna), inteso come fondatore del comunitarismo. Per dare una comprensione più realistica alla comprensione del sé, Taylor conduce una analisi degli “orizzonti culturali” in cui gli esseri umani si trovano a vivere e ribadisce l’importanza dell’incontro\scontro con l’altro\i.
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RomaInvictaAeterna Site Admin
Età: 45 Registrato: 30/11/04 13:52 Messaggi: 3234 Località: Roma
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Inviato: Dom Feb 27, 2011 11:01 am Oggetto: Descrizione: |
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Una sintesi di pensiero che è molto vicina alla nostra. Chiunque si avvicina criticamente alla sintesi "illuministico-moderna" non può che avvicinarsi alle nostre conclusioni. _________________
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"La mistica appunto precisa questi valori...nella loro attualità politica...e dimostra l'universalità di luogo e di tempo del Fascismo"(Giani) |
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Dvx87
Registrato: 04/04/06 07:04 Messaggi: 2336
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Inviato: Ven Mar 18, 2011 2:07 pm Oggetto: Descrizione: |
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Conosco il personaggio in questione e già a suo tempo lo apprezzai perchè riusciva a cogliere il fallimento dell'impianto liberista ed allo stesso tempo a collocare l'individuo all'interno di una dimensione sociale senza comprimerne le libertà e senza riconoscerlo interamente nel suo ruolo sociale. |
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