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Unità di cosa?
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maximus




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MessaggioInviato: Gio Lug 09, 2009 1:07 am    Oggetto:  Unità di cosa?
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Volevo solo scrivere una mia considerazione ed alcune domande.
Sono nato a Venezia da genitori sardi e come tutti voi sapete qui la lega va per la maggiore.
Ho addirittura avuto come professore ( d'italiano!!! ) il segretario provinciale di partito.
Purtroppo è inutile negarlo, il pensiero fondante e principale di questa società ( la lega è una società, non un partito ) è lo stesso degli anni ottanta.
L'odio viscerale nei confronti di chi nasce sotto alcune latitudini ( che decidono loro a seconda della convenienza economica ) o di chi ne ha le origini.
La cosa che più odio è che vengono votati da persone che si definiscono di destra, alcuni addiittura si definiscono fascisti o eredi di questo pensiero ( ne ho tanti di amici così ), mentre voi sapete veramente cosa significa essere fascisti.
Ora alla luce di fatti recentissimi ( vedi polemica su salvini o su calderoli ), cosa ne pensate?
Ve lo chiedo perchè io adoro la mia terra d'origine, ma adoro anche le dolomiti, Venezia, e tutto ciò che vi è da adorare in questa regione ed in tutta Italia, forse, e lo dico in questo forum nel modo più sincero, mi sento più sardo che italiano, ma , non riesco a non amare ogni palmo della penisola ( ed isole ovviamente ).
Allora, ieri per la prima volta mi sono chiesto...che senso ha che questo paese continui a credere in quest'unità fittizia?
Mi viene ( ingenuamente? ) da pensare.... se ognuno si facesse il proprio staterello ( come negli anni precedenti l'unità )... non staremmo tutti meglio, ma soprattutto..... nessuno avrebbe più scusanti, ne frustrazioni da scaricare verso chi non le merita?
Ho sempre pensato che l'Italia è troppo giovane, non ha l'età di nazioni come la Gran Bretagna o la Francia, ma allora .... la Germania?
Non so.... in questo momento non vedo soluzioni, nemmeno l'educazione etica servirebbe....
Vi prego illuminatemi
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Marcus
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MessaggioInviato: Gio Lug 09, 2009 10:56 am    Oggetto:  
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Purtroppo il tuo sconforto verso l'attuale nulla imperante é un cruccio comune al nostro. Ognuno di noi ama la propria "terra d'appartenenza" sapendo che é parte di un vissuto storico-culturale che ci é comune chiamato Italia, la cui vera grandezza risiede proprio nell'essere un punto di incontro (e non di rado scontro) per l'umanità intera che é stato in grado e noi sentiamo essere ancora capace di generare la Civiltà nel senso più alto del termine. Ma l'dierna realtà piatta ed abbrutita ci presenta uno scenario talmente insulso da far perdere di vista tutto ciò.
La soluzione?... rinchiudersi in microcomunità sempre più piccole che di fatto rispecchiano l'atomizzazione della società?...Noi crediamo di no, proprio perché riteniamo artificiale tale processo sociale degenerativo cioé indotto dall'alto, per una serie di motivi che abbiamo trattato in tante altre discussioni, dunque incapace di fermarsi sino a quando avrà ridotto totalmente l'individuo in senso lato ad un essere slegato dalla società e da qualunque vincolo sociale, alla completa mercé dei gruppi economici che stanno pilotando tale processo. Mai come oggi a nostro avviso i principi dello Stato Etico corporativo possono costituire la sola e vera ancora di salvezza universale per una umanità altrimenti pilotata verso il suicidio collettivo. Non é tempo di palliativi ma di vere drastiche cure innovative. Ovviamente é il nostro modo di vedere la situazione che rispecchia la nostra ideologia.

_________________
" Forse che non conoscendo a fondo il pensiero del Duce si può affermare di essere fascisti? Noi diciamo di no! Che il fascismo non è istinto ma educazione e perciò è conoscenza della sua mistica,che è conoscenza di Mussolini" (N. Giani)
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Dvx87




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MessaggioInviato: Gio Lug 09, 2009 5:34 pm    Oggetto:  
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Vorrei esprimere la mia opinione su due punti: il primo riguarda la questione dell'unità d'italia mentre il secondo riguarda il processo della globalizzazione e del suo opposto la glocalizzazione.

Il liberalismo ottocentesco ha fallito l'unificazione della penisola poichè è riuscito a realizzare soltanto l'unità territoriale. L'esperimento fascista avrebbe anche potuto funzionare peccato sia bruscamente terminato dopo venti anni. L'attuale classe dirigente, invece, non si è mai interessata di realizzare l'unità d'italia e questo vale sia per la DC che per il PCI: i primi si sono sempre sentiti più responsabili nei confronti del vaticano che nei confronti dello stato italiano ed hanno, spesso, basato il loro consenso proprio sul disprezzo della legalità (considerata di secondaria importanza rispetto alle leggi morali) sai de iure che de facto. I secondo, invece, troppo occupati nella realizzazione dell'internazionalismo marxista non hanno mai nascosto il proprio disprezzo per lo stato nazionale. Questo ha portato la classe dirigente italiana ad ignorare il problema dell'unità nazionale con le conseguenze che tutti noi possiamo vedere...
Tu dici che Francia ed Inghilterra esistono da più tempo: è vero ma è anche vero che non è solo una questione di tempo ma anche di volontà. Le classi dirigenti inglesi e francesi si sono sempre occupate di far crescere la coscienza civica dal 1400 in poi, considerando la questione nazionale più importante di qualsiasi altra cosa. Questa volontà è stata fondamentale nella formazione della coscienza civica di quei stati. E' questa mancata volontà della classe dirigente a caratterizzare l'Italia: infatti la Germania, anch'essa unita da poco, non soffre degli stessi problemi e questo proprio perchè questa volontà non è mai mancata.
Quello che oggi serve è, quindi, una classe dirigente fortemente determinata nel voler risolvere la questione nazionale.

Altro fenomeno su cui si dovrebbe fare attenzione è la globalizzazione ed il suo opposto ovvero la glocalizzazione.
La globalizzazione è un fenomeno artificiale indotto dai gruppi economici internazionali, i quali ritengono irrilevanti i valori e le soluzioni politiche elaborate dagli stati nazionali in quanto in contrasto con i loro interessi economici. La globalizzazione è una specie di universalismo economico promosso dalle elite economiche capitaliste.
Questo disprezzo per le identità locali ha prodotto la glocalizzazione ovvero il richiudersi sempre di più in identità regionali se non proprio locali considerando un potenziale nemico chiunque sia estraneo a tale identità.
A mio avviso occorre evitare sia la globalizzazione di stampo liberista che la glocalizzazione, sua conseguenza. Occorre invece promuovere, nel rispetto delle identità locali, una identità nazionale capace di fornire valori fondamentali per l'intera comunità ed, all'occorrenza, di integrare chi di questa comunità non ne fa parte.
Glocalizzazione e globalizzazione non sono nient'altro che la versione macroscopica di ciò che caratterizza la nostra società ovvero la granduale frammentazione del tuessuto collettivo che si arresterà solo una volta che si sarà raggiunta l'atomizzazione completa. E' normale che le società si reggano in piedi su valori generali e che, all'interno della società, ci sia spazio per una certa autonomia di pensiero ma non è normale che tali valori diventino sempre più generici, insignificati e che si relativizzino progressivamente. Tutto ciò e voluto ed esortato da persone aventi interessi ben precisi. No pensiamo che, qui, lo stato etico corporativo l'unica ancora di salvezza rimasta per una società altrimenti destinata a disgregarsi e per una nazione altrimenti destinata a sparire.
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maximus




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MessaggioInviato: Gio Lug 09, 2009 6:17 pm    Oggetto:  
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Vi ringrazio per le risposte, ma io vorrei porre l'accento su di una questione che ritengo fondamentale.
La gente.
Ragazzi, io qua ci vivo, e posso assicurarvi, non solo in queste aree, che la gente e' un grosso problema tanto quanto la classe dirigente.
Sono totalmente in accordo con voi nel mal sopportare la nostra classe dirigente,non solo attuale, ma anche quella che ci ha governati in passato.
Pero' non mi sento di dire che e' solo colpa loro.
Io incolpo la gente.
Vi faccio un esempio pratico.
Non ho mai sentito nessuno in Sardegna inveire contro una persona insultandola in primo luogo a causa dell'accento diverso oppure a causa della provenienza.
Qui e' la norma.
Eppure la classe dirigente e' la stessa in tutto il territorio nazionale.
C'e' del forte campanilismo ad esempio tra Sassari e Cagliari ( cosa che mal sopporto ), ma questo purtroppo ( non e' una giustificazione ) c'e' ovunque.
Quello che volevo dire col mio intervento e' molto piu' semplice.
Il livello di civilta' che c'e' in altri popoli non lo possiamo nascondere.
Lavoro nel campo turistico e quello che vedo tutti i giorni e' questo.
La maggior parte delle persone al nord storce il naso solo al sentire una cadenza non loro.
Perche' io non lo faccio?
E movimenti come la lega altro non ha fatto che sfruttare tutto cio'.
Ragazzi, non si sono inventati nulla.
Sfruttano l'odio popolano, sanno che dicendo determinate cose la gente li votera'.
Non c'e' alcuna differenza con gli altri partiti.
Solo che molta gente dice : voto lega perche' non sono ne' di destra ne' di sinistra.
Non e' certamente un elettorato di illuministi, e questo penso lo sappiamo tutti.
La mia in realta' e' stata un po' una provocazione, ovvero, dato che non ha senso stare assieme controvoglia, dividiamoci.
Anche secondo me non e' una soluzione per come concepisco io non solo la politica o la societa', ma la vita stessa.
Non mi danno fastidio gli stranieri, anzi, a volte mi sento piu' affine ad un qualsiasi figlio di un immigrato straniero rispetto agli autoctoni, mi da fortemente fastidio la maleducazione e lo sparlare di cose delle quali non si e' a conoscenza.
A volte penso alla frase di Mohammed Ali, che trovo illuminante : - Non odio i Vietkong, non sono miei nemici, non sono loro che mi chiamano negro-.
Sia ben chiaro, condivido tutte le vostre analisi e anche la maggior parte delle vostre soluzioni pero' ho come la sensazione che la gente comune venga sopravvalutata.
Ad alcuni amici dico spesso : - Hai i governanti che ti meriti -.
Il problema e' che sono pure i miei governanti.

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MessaggioInviato: Gio Lug 09, 2009 10:10 pm    Oggetto:  
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La massa non decide, è passiva per definizione, sono le classi dirigenti che la plasmano, potendo premiare o punire determinati comportamenti. Se l'italiano medio oggi è un idiota che guarda il grande fratello, va allo stadio, si compra il telefonino ultimo modello e va in giro col suv (o vorrebbe tali cose), aspira a diventare velina o calciatore o a rubare a più non posso come fanno "i furbi vincenti" è proprio perchè le elites non hanno avuto alcun interesse alla sua crescita morale, culturale ed etica. Anzi hanno voluto proprio il contrario: il regresso è voluto, è scientifico. Specie al sud, ove la povertà diffusa è strumento di potere. Come si diceva prima l'idiota non è casuale, è esattamente il prodotto voluto dal sistema: un idiota sottopagato che però aspira a vivere comprare secondo i modelli consumistici che gli vengono inculcati.
Un poveraccio che dipende dalla benevolenza dei neofeudatari di turno (i famigerati "favori" necessari in qualunque campo).
E soprattutto un cretino innocuo, che mai oserà mettere in dubbio il modello, rifiutarlo o peggio, ribellarsi...
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MessaggioInviato: Gio Lug 09, 2009 11:57 pm    Oggetto:  
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Qui nessuno sopravvaluta la gente ma anzi si parte proprio dal principio che la masse non decide nulla ma è soltanto il prodotto della volontà della varie classi dirigenti. Come giustamente scrive tribunus l'italiano medio che oggi vediamo è stato volutamente plasmato in questo modo. Aggiungerò che, sopratutto le elite economiche, non hanno nessun interesse a creare cittadini coscienziosi al contrario hanno interesse a creare persone fragili, deboli ed attaccate alle scemenze e tutto questo perchè devono aumentare i profitti. Va anche sottolineato che non tutte le persone accettano, più o meno volontariamente, di sottostare a questo modello: c'è anche chi, resosi conto dell'inganno, rifiuta l'omologazione. Ed è su quelle persone, potenziali nuove elite, che noi dobbiamo puntare per realizzare una alternativa al vigente sistema.
Riguardo alla questione nord-sud ci sarebbero da puntualizzare un paio di cose: la forte identità regionale è dovuta al fatto che, già nel '600 e '700, gli stati italiani stavano diventando stati nazionali e quindi stavano plasmando una loro identità specifica. Lo stato unitario arriverà solo a metà '800 quando il processo prima descritto era già cominciato: il suo obiettivo, come giustamente detto durante il risorgimento, avrebbe dovuto essere quello di forgiare una identità italiana ben precisa. La cosa non è avvenuta allora e non è avvenuta oggi ed è quindi ovvio che le masse ricordino solo ciò che la storia ha consegnato loro: le identità locali.
Movimenti come la lega nord hanno potuto nascere e prosperare, oltre che per l'effetto della glocalizzazione, sopratutto perchè, dalla fine degli anni '80, era ormai diventato evidente che in Italia esisteva uno scarso senso civico ed una "questione nazionale" non risolta. La lega nord non è altro che la conseguenza di tutto ciò ma, contemporaneamente, è anche un utile per lavare la coscienza delle città del nord Italia. Queste ultime, infatti, sfruttano l'arretratezza e la povertà del sud come capro espiatorio per cercare di nascondere i propri difetti, difetti che sono presenti anche al nord. Infatti, come già ampiamente dimostrato, clientelismo, corruzione, controllo sociale, moralismo ecc. caratterizzano la società di tutta la penisola dal nord al sud (magari in alcune zone di più ed in alcune zone di meno ma questi difetti ci sono sempre e comunque).
L'unica soluzione è creare una elite capace di sostiuire quella che è al potere da sessanta anni...
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maximus




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MessaggioInviato: Ven Lug 10, 2009 1:56 am    Oggetto:  
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Totalmente d'accordo su quanto dite...

"Movimenti come la lega nord hanno potuto nascere e prosperare, oltre che per l'effetto della glocalizzazione, sopratutto perchè, dalla fine degli anni '80, era ormai diventato evidente che in Italia esisteva uno scarso senso civico ed una "questione nazionale" non risolta. La lega nord non è altro che la conseguenza di tutto ciò ma, contemporaneamente, è anche un utile per lavare la coscienza delle città del nord Italia. Queste ultime, infatti, sfruttano l'arretratezza e la povertà del sud come capro espiatorio per cercare di nascondere i propri difetti, difetti che sono presenti anche al nord. Infatti, come già ampiamente dimostrato, clientelismo, corruzione, controllo sociale, moralismo ecc. caratterizzano la società di tutta la penisola dal nord al sud (magari in alcune zone di più ed in alcune zone di meno ma questi difetti ci sono sempre e comunque)."

Sono assolutamente d'accordo con quanto hai scritto e ne sono particolarmente felice, anzi è proprio questo il punto che non riesco a far capire alla maggioranza delle persone che conosco.
Le loro risposte a volte sono talmente idiote....
Se penso al clientelismo poi.... non ne parliamo, sembra che qui non esista nemmeno la parola clientelismo.
Invece...

A mio modestissimo parere è ormai avanzata l'americanizzazione del popolo italiano non tanto come popolo estremamente consumista, desideroso di tutto ciò che è materiale ( i vostri esempi calzano a pennello ), situazione che tra l'altro si sta verificando nel modo più totale, ma soprattutto come popolo credulone ed ignorante, incapace di uno spirito critico verso chi lo governa e che giudica quattro anni di governo solo dall'aumento delle tasse o da una vittoria in guerra....
Insomma, la massa americana è stata ben addomesticata, quella italiana è sulla buona strada.
Sono troppo ottimista?

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MessaggioInviato: Dom Lug 12, 2009 11:44 am    Oggetto:  
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Citazione:
Sono assolutamente d'accordo con quanto hai scritto e ne sono particolarmente felice, anzi è proprio questo il punto che non riesco a far capire alla maggioranza delle persone che conosco.
Le loro risposte a volte sono talmente idiote....
Se penso al clientelismo poi.... non ne parliamo, sembra che qui non esista nemmeno la parola clientelismo.
Invece...

E' un discorso complesso perchè molte persone si mettono il prosciutto davanti agli occhi: il segreto sta nel far comprendere alla gente che la particolare condizione del sud è ormai estessa anche al nord perchè i "modus operandi" imposti dalla classe dirigente valgono su tutto il territorio italiano. Magari al nord questi difetti sono meno radicati e meglio nascosti ma non assenti.
Per farti un esempio banalissimo nella zona dove abito io esiste un clientelismo abbastanza diffuso (ma ben nascosto) ed un controllo sociale che non ha nulla da invidare ai racconti delo Verga (magari non così esplicito e duro ma comunque percepibile e pressante) eppure io vivo al nord. Se cerchi di spiegare le cose giocandoti queste carte, di solito, almeno qualcuno ci riflette un po' sopra...
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maximus




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MessaggioInviato: Mer Lug 22, 2009 9:37 pm    Oggetto:  
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TREVISO - I compagni di scuola lo hanno preso di mira fino a quando sua madre, una donna napoletana ha deciso di trasferire il figlio 12enne in un'altra scuola media. Era stanca delle offese e dei comportamenti razzisti che il ragazzino subiva dai compagni. È accaduto a Treviso. La donna, che ha raccontato la vicenda all'emittente televisiva "Antenna Tre Nordest", ha sostenuto che il figlio veniva preso di mira in quanto «meridionale».

NESSUNA DENUNCIA - La signora, che non ha presentato però alcuna denuncia, ha spiegato che gli altri alunni lo sbeffeggiavano, intonando canzoni contro i napoletani, dicevano che avevano paura di lui, «perché figlio di un camorrista», e lo emarginavano durante le attività scolastiche e ricreative. Tra i gesti più odiosi riferiti dalla donna, anche l'abitudine di alcuni compagni del figlio di disinfettare le penne dopo che lui aveva toccate «perché puzzava». La signora ha provato a far presente la situazione alle insegnanti della scuola - un istituto del centro di Treviso - ma si sarebbe sentita rispondere che era il suo ragazzo ad essere problematico.

ora vi posto un commento scritto sul sito del corriere...:

"La distanza che sento tra me e un napoletano è molto superiore ai 1000 km. Ne conosco molti e indipendentemente dal fatto che provengano dalla campania, li trovo (tanti) veramente arroganti ed invadenti. Non capisco quale legge mi obblighi a farmi stare simpatico un napoletano... sono libero di simpatizzare per gli svizzeri, oppure no?? viva la democrazia"


Ecco la mia riflessione.... Nel caso la notizia fosse vera ( non si sa mai...) " Questo che ha appena detto il tipo del commento giustifica un atteggiamento del genere?"

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Littorio niseno



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MessaggioInviato: Mer Lug 29, 2009 7:06 pm    Oggetto:  
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Ciò che leggo mi dà una infinita tristezza.
L'unità italiana, come giustamente ha fatto notare un camerata, è messa in crisi dall'appiattimento ideologico dei nostri maledetti tempi oltre che da una politica che ha reso lo Stato italiano un carrozzone.

Io amo dissentire da ogni presa di posizione secessionista o localista da qualunque parte d'Italia venga, sia da nord che da sud.

Non dovrebbero esistere nè partiti del nord che rivendicano l'esistenza di una macroregione fantasma: la Padania, nè partiti del Sud che rivendichino l'antica questione meridionale, che io, asserisco fa parte purtroppo degli episodi oscuri della storia d'Italia così come gli attentati durante la Prima Repubblica,la questione Giuliano Dalmata e altre ingiustizie che non lasciano solitudine alla questione meridionale.

L'Italia andava comunque fatta perchè era divisa in regni, repubblichette,ducati,granducati,monarchie,principati senza futura.

Pçer esempio i cittadini del Regno delle Due Sicilie si sarebbero ritrovati un giorno orfani del loro regno perchè di lì a poco, la corona spagnola iniziava a perdere possedimenti.

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MessaggioInviato: Mar Giu 08, 2010 4:16 pm    Oggetto:  
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la divisione dei popoli del n.s paese è un male antico.
Si ipotizza che Annibale scese in italia chiamato dai bolognesi perchè volevano scrollarsi di dosso Roma.
l'italia è un paese che è sempre stato diviso in due ,al di sotto dell'appennino tosco emiliano il mondo etrusco greco e romano a nord quello celtico.
Lo scontro tra celti e romani fu epico ,iniziò in pianura padana ( detta Gallia Cisalpina) e si concluse con la disfatta romana nella selva di Teutoburgo in Germania.
Tutta la storia d'Italia , fino ai giorni nostri, rispecchia quell'antica divisione che è ripresa nel 476 d.c. ed è finita nel 1861..non a caso il simbolo della lega è il sole celtico....

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MessaggioInviato: Mar Giu 08, 2010 5:58 pm    Oggetto:  
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Il vero collante di Italia fu e sarà la Forza di Roma che, come fascisti, ci facciamo onore e privilegio di portare con noi come i consoli, i generali e gli imperatori dei Bei Tempi che furono fecero un paio di millenni or sono.
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MessaggioInviato: Mer Giu 09, 2010 11:29 am    Oggetto:  
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Esatto! E' ROMA il collante e la fonte di UNITA' dei popoli Latini E NON SOLO!

Senza ROMA non ci sarà mai nessuna unità, e questo ammasso di paese che ci ritroviamo, un equivoco sulla carta geografica, non ha nemmeno la parvenza di Unità... Unità mai raggiunta e nemmeno iniziata col presunto "Risorgimento". La frantumazione è favorita non solo da questo dualismo fasullo, frutto del dominio straniero e dell'assenza di midollo spinale dei servi (e dei servi dei servi dei servi...), ma dal neo-feudalesimo economico attuale. Un vero, terribile, virus letale...

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MessaggioInviato: Mer Giu 09, 2010 2:00 pm    Oggetto:  
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..non che i romani fossero mammolette, si narra che quando una legione espugnava una città nemica i legionari entravano e cominciavano ad ammazzare tutti, uomini. donne, vecchi, bambini persino i cani e andavano avanti fino a quando il comandante non dava loro l'ordine di fermarsi oppure non c'era più nessun essere vivente da sgozzare.
Purtuttavia Roma ha introdotto un principio importante: è cessato l'ordinamento tribale ed è nato quello statuale e un'accozzaglia di tribù, sempre in guerra tra loro, è diventata nazione.
Questa è la grande eredità lasciataci dall'Impero Antico ( oltre al diritto altra grande invenzione) che certe volte mi fa pensare che l'impero non sia mai veramente crollato ma semplicemente trasformato nei secoli atteso che tante regole e modi di vivere, di pensare, di organizzarsi (anche fuori dai confini d'Italia) siano stati inventati allora e non mi dilungo che gli esempi sarebbero tantissimi...

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MessaggioInviato: Mer Giu 09, 2010 3:08 pm    Oggetto:  
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La realtà è che l' "eredità" vera di Roma è la Sua Civiltà. Civiltà non frutto di cristallizzazioni, di "fermi immagine" di un periodo "X" del passato , a cui magari si vorrebbe tornare.

La Civiltà Romana è frutto di un Fondamento di CRESCITA ininterrotta. Crescita che poggia sulle basi del cammino compiuto precedentemente, per poter percorrerlo al meglio domani.

Infatti, è chiaro come il sole che le Civiltà hanno punti di inizio e di "apice" (e l'apice volendo può durare millenni!). Nei momenti iniziali (ed anche questi possono durare secoli!) c'è sempre una forma imperfetta di Organizzazione civile. Questa poi si perfeziona, man mano che l'Uomo fa funzionare quello che lo distingue dalle bestie: LA COSCIENZA. Più essa è obnubilata, più la barbarie aumenta e diventa il fondamento del vivere! E questo in ogni tempo! Più la Coscienza si Eleva ad alte vette Spirituali, interrogandosi su se stessi, sugli altri, sulla Giustizia e sul Diritto, sul Dovere e sulla Comunità, e più le Civiltà crescono. Più, invece, si ragiona grettamente, materialisticamente e utilitaristicamente, e più si arriva magari a giganteschi mostri (vedi oggi!), magari potenti nella moneta ma marci e barbari al punto da devastare tutt'intorno! Senza una logica di "sviluppo" civile, ma stabilendo quest'ulitima con un paradosso: andare avanti è tornanre sempre più indietro! Cercando di soddisfare solo l'istinto primario.

Questa logica drasticamente involutiva è la (il)logica attuale, che però affonda le sue radici nel tempo ed è stata, diciamo così, l' "anti-civiltà" che ha sempre insidiato il cammino armonico di sviluppo dell'Uomo. La forma più alta di Civiltà, quella più Equa, Giusta, Lineare, non può essere altro se non quella Greco-Romana.

Nel fiume della Civiltà Greca si troveranno le basi di quella speculazione filosofica spirituale che, se ben FRUTTIFICATE (come lo sono state per un certo periodo della storia umana), permettono di arrivare ad alte vette. Così come in quella Latina. Non è un caso che queste due Civiltà possano in certo senso "fondersi" armonicamente, alimentandosi l'un l'altra. Gli eccessi, le deviazioni di entrambe, si risolvono nella loro logica di sviluppo! Infatti, non in tutti i tempi la Civiltà Greco-Romana è stata la stessa! Perchè questa Civiltà aveva (ed ha nei pochi cuori in cui sopravvive oggi!) in sè quella apertura al "bello, alto ed equo" che fondava il suo disinteresse per le transizioni e le mode.

Ciò che è abnorme, disgustosa, è l'interruzione di questo sviluppo armonico Civile! Che ovviamente non deve intendersi come un "cambiamento eterno" (l'elevazione a dio del cambiamento), ma come lo sviluppo armonico, basato su un criterio: la Giustizia. Non tutto quello che è "nuovo" è Giusto e non tutto quello che parte dal presupposto dello "sviluppo" è realmente tale!

Questa interruzione brusca inizia dal 18° secolo. Da un punto di vista dello sviluppo, il mondo aveva decisamente bisogno di "correggere" le disfunzioni della propria Civiltà del tempo, così come era già capitato in passato, fondandosi sempre più su quelle basi Greco-latine di cui sopra.

Invece, potremmo chiamarla "grande occasione mancata". Da grandi sconvolgimenti politici, filosofici e sociali di quel tempo, non seppe nascere uno sviluppo concreto e Civile, ma iniziò a prevalere la (in)civiltà involutiva.

Trovando nell'Italia quasi una "terra di nessuno", portando l'abbrutimento a livelli altissimi. In questo marasma, SOLO POCHE Coscienze hanno gridato per riprendere lo sviluppo Civile, ancorandosi a ROMA.

Tra queste quella di Mussolini.

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"La mistica appunto precisa questi valori...nella loro attualità politica...e dimostra l'universalità di luogo e di tempo del Fascismo"(Giani)
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