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Friedrich Nietzsche
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AquilaLatina




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MessaggioInviato: Lun Lug 06, 2009 3:28 pm    Oggetto:  Friedrich Nietzsche
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Dunque, sicuramente molti di voi conosceranno già il pensiero filosofico di Friedrich Nietzsche. La domanda è: quanto il suo pensiero ha influito nel giovane Mussolini e dunque nell'ideologia fascista? Si può considerare la filosofia Nietzsche (in parte o in toto) come uno dei substrati ideologici che andarono a formare la Dottrina del Fascismo?

Al di la di ogni strumentalizzazione e di ogni speculazione politica che di Nietzsche fecero il nazismo e il radicalismo di destra, esso ha o meno influito nella maturazione ideologica del futuro duce?

A voi la parola.
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AquilaLatina




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MessaggioInviato: Mer Lug 08, 2009 5:01 pm    Oggetto:  
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Aspettando qualche vostro commento (siete spariti tutti? Very Happy ) inserisco un estratto del libro di Fabio Andriola, "Mussolini segreto nemico di Hitler":

"Nietzsche, il più citato, amato e studiato come dimostra la serie di tre articoli pubblicati tra il novembre e il dicembre 1908 su <<Il Pensiero Romagnolo>> con tanto di citazioni dalle edizioni tedesche delle opere niciane.
L'occasione è una conferenza sulla "filosofia della forza" tenuta da Claudio Treves, un "pezzo da novanta" del socialismo italiano con cui Mussolini avrà modo di polemizzare duramente negli anni a seguire (...). Mussolini rettifica molte delle cose dette da Treves sul filosofo tedesco che, secondo Mussolini, <<è pur sempre lo spirito più geniale dell'ultimo quarto del secolo scorso>>. In polemica col leader socialista, per il giovane romagnolo quella del "superuomo" è <<la grande creazione Nietzschiana (...) è soprattutto un inno alla vita - alla vita vissuta con tutte le energie in una tensione continua verso qualche cosa di più alto, di più fino, di più tentatore...>>.
Interessante anche l'accenno alla valenza "antitedesca" del filosofo: <<Egli era profondamente antitedesco (...). La gravità teutonica e il mercantilismo inglese erano ugualmente indigesti all'autore di Zarathustra. Forse il suo Anticristo è l'ultimo portato di una violenta reazione contro la Germania feudale, pedante, cristiana. In faccia al popolo che beve con la stessa avidità la birra e la Bibbia - in faccia ai lattiginosi teologi del Nord - Nietzsche proclama la bancarotta divina e scioglie un inno per chi sarà così "uomo" da diventare "l'assassino di Dio">>.
Renzo De Felice, anche in base ad altre considerazioni, ha definito questo saggio <<come la prima concreta manifestazione dell'ideologia mussoliniana, quale appunto in quegli anni veniva prendendo corpo>> (da parte sua lo storico tedesco Ernst Nolte si è chiesto chi tra i due filosofi tedeschi, Marx e Nietzsche, abbia avuto più influenza nella formazione del giovane Mussolini).
Una ideologia tanto pregna di Nietzsche e di supermismo da dettare nel 1912 ad Anna Kulisciov, la "regina" del socialismo italiano e compagna di Filippo Turati, un celebre e duro giudizio sul futuro dittatore: <<Non è per niente un marxista, non è nemmeno un socialista... E nemmeno è un vero uomo politico. E' un poetastro sentimentale che ha letto Nietzsche>>.
Se è vero che è il tedesco Nietzsche a influenzare così marcatamente il giovane Mussolini è anche vero che lo stesso Mussolini si produrrà, agli inizi degli anni Trenta, in un curioso distinguo, teso a "mediterraneizzare" il filosofo della forza: <<Nietzsche, che disse se stesso di origine polacca, era interamente non germanico, derise sempre la Prussia e il nuovo impero, lesse a Basilea filosofia greca ed era divenuto latino per passione>> ".
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Dvx87




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MessaggioInviato: Mer Lug 08, 2009 8:59 pm    Oggetto:  
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Nietzsche è stato un personaggio di enorme importanza per tutti gli sviluppi del pensiero da fine '800 in poi. Sebbene possa sembrare strano, la sua filosofia è il più potente mezzo che si abbia a disposizione contro le visioni meccanicistiche della realtà (marxismo e positivismo in testa a tutte) nonchè contro il bigottismo reazionario. La filosofia di Nietzsche ha influenzato persino le scienze sociali mettendo in evidenza l'importanza dei fattori non-materiali e di interessi (Simmel e Weber, non ha caso, lo ammiravano). Ciò che rende straordinario il pensiero di Nietzsche, a mio modo di vedere le cose, è l'enfatizzazione della volontà degli uomini (di cui il superuomo ne è un esempio filosofico). Sicuramente la sua filosofia ha reso possibile una distinzione degli uomini in base alla volontà e questo, rende possibile concepire il concetto di avanguardia (quest'ultima non è nient'altro che composta da uomini uguali a gli altri ma superiori per volontà). Paradossalmente la filosofia di Nietzsche ha, quindi, influenzato pure lenin!
Occorre però fare attenzione ad una cosa: Nietzsche non partorì mai un pensiero sistemico (come invece fece hegel) poichè la sua stessa filosofia gli impediva ciò. Questo significa che si può parlare soltanto di frammenti di filosofia di Nietzsche che hanno influenzato il fascismo (il quale poi sviluppò, anche sui questi frammenti, una sua identità precisa, separata e diversa dal pensiero del filosofo tedesco). Ancora più in generale penso che non esista (e che non possa esistere) un movimento politico ispirato alla filosofia di Nietzsche perchè i contenuti della filosofia di quest'ultimo non sono contenuti politici oltre a non permettere alcuna "schematizzazione ideologica". Si può, dunque, solo riconoscere e segnalare una influenza di concetti Nietzchiani in alcuni pensieri politici. Indiscutibile, inoltre, l'influenza che ebbe la filosofia di Nietzsche nella vita de Duce ed in tutti i suoi comportamenti.
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MessaggioInviato: Mer Lug 08, 2009 9:54 pm    Oggetto:  
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Citazione:
Occorre però fare attenzione ad una cosa: Nietzsche non partorì mai un pensiero sistemico (come invece fece hegel) poichè la sua stessa filosofia gli impediva ciò.


A dire il vero Nietzsche non arrivò ad esporre un pensiero propositivo a causa della sua stessa morte! Nietzsche, dopo aver distrutto i valori tradizionali proclamando la "morte di Dio", si proponeva di passare da una "filosofia negativa" che affermava il nichilismo della realtà, ad una "filosofia positiva" dove veniva esposto il metodo per superare la morte dei valori. L'enunciazione di un nuovo sistema filosofico propositivo era in corso nella sua ultima opera "La volontà di potenza" rimasta purtroppo incompiutà. Di quest'opera ci sono pervenuti pochi frammenti dove è possibile intuire solo sommariamente che cosa si proponesse di enunciare Nietzsche.
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MessaggioInviato: Mer Giu 23, 2010 2:27 pm    Oggetto:  
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Per me Nietzsche è senz'altro uno dei campioni del pensiero moderno ,ed è proprio il caso di dire che se non ci fosse stato lui lo si sarebbe dovuto inventare.
Con l'industrializzazione , cominciata in inghilterra nel '700, è iniziata una rivoluzione che per molti aspetti perdura ancora adesso: da una civiltà agricola che durava da 10.000 anni si era passati all'era tecnologica.
Un nuovo mondo era nato e niente sarebbe più stato come prima nonostante tutti i tentativi di restaurazione fatti.
I rapporti tra nazioni, tra uomo e uomo, tra uomo e donna, il rovesciamento dei rapporti di forza in economia ( ad es. la terra che perdeva sempre più importanza di fronte alla ricchezza mobile) avevano portato uno stravolgimento totale dei valori che avevano governato la vita della gente.
Nietzsche ,con la sua critica non fa altro che demolire la vecchia impalcatura di pensiero e prepara il terreno per il nuovo che avanza inesorabile.
Le sue idee possono essere condivisibili o meno ma è fuor di dubbio che le sue teorie hanno un effetto dirompente, forse addirittura troppo avanzate per il suo tempo ma estremamamente efficaci nel porre l'uomo di fronte ai nuovi interrogativi, ai quali NECESSARIAMENTE occorreva rispondere.
L'uomo era uscito da un mondo che lo aveva custodito fino ad allora e lui stesso ne diventava custode..l'uomo nuovo era nato, suo malgrado o meno, si trattava di farglielo capire..

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MessaggioInviato: Gio Giu 24, 2010 11:41 am    Oggetto:  
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Nietzsche...

Condividendo quello che ha scritto Dvx87, posso dire che Nietzsche è un vero incompiuto. Ma non solo in quanto a filosofia, anche in quanto uomo!

La sua non è filosofia, per i motivi detti. E' un specie di rivolta personale che tende a assolutizzare l'Individualismo centrato sulla Potenza personale.

Solo alcune componenti del suo "pensiero" (il Volontarismo dedito al sacrificio per la vittoria), possono aver influenzato il Fascismo.

Per il resto Nietzsche, è una vera catastrofe. Fonte di individualismo, disprezzo assoluto.

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MessaggioInviato: Gio Giu 24, 2010 12:12 pm    Oggetto:  
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Nietzsche, Friedrich Wilhelm
filosofo tedesco (Röcken 1844-Weimar 1900). Professore di filologia classica all'Università di Basilea dal 1869, nel 1876 abbandonò l'insegnamento per motivi di salute, e da allora visse viaggiando per l'Europa, alla ricerca di climi adatti alle sue condizioni. Trovò in Torino la sua città d'elezione; nel 1889 cadde preda di una forma di follia che, salvo rari istanti di lucidità, lo accompagnò fino alla morte. Scritte in uno stile aforistico e senza una qualsiasi articolazione sistematica, le opere di Nietzsche vanno accettate così come sono, perché è proprio la concezione che Nietzsche ha del mondo a non poter essere espressa diversamente. Il mondo, dal punto di vista metafisico, appare lacerato e contraddittorio; ma lo stesso mondo dal punto di vista fisico o corporeo (cioè nell'atto in cui l'uomo si appropria del reale) si ricompone in unità, in totalità. Unità e totalità, però, che valgono soltanto per il singolo atto di appropriazione, per il “sì” che il singolo uomo dice al mondo: e dunque qualsiasi formulazione filosofica di una tale esperienza non avrà mai carattere di universalità e di necessità. Pertanto, la contraddittorietà che è nell'essere stesso deve essere assunta in quanto tale, senza nessuna pretesa a un “superamento” di tipo hegeliano. Ciò che deve essere superato non sono tanto le categorie con cui l'uomo impone ordine e armonia a ciò che gli sta di fronte, ma è l'uomo stesso che, diventando superuomo, deve avere il coraggio (Der Wille zur Macht; La volontà di potenza) di accettare il caos, cioè la vita, per quello che è, fino a far coincidere il destino con la propria volontà, la necessità con la propria libertà. È quanto annuncia Zarathustra, con la sua dottrina dell'eterno ritorno: “Tutto ciò che fu è frammento, enigma, caso spaventevole, finché la volontà creatrice aggiunge: così io volevo che fosse, così io voglio che sia, così io vorrò che sia” (Also sprach Zarathustra, 1883-84 e 1892, Così parlò Zarathustra). Ma per giungere a tanto è necessario il capovolgimento di tutti i valori. Infatti la tradizione (quella cristiana, soprattutto, per cui veramente Zarathustra è l'anti-Cristo) ha considerato valori tutti quelli che confluiscono nella rinuncia al mondo; e invece proprio l'incondizionata, entusiastica, assoluta accettazione del mondo sarà l'unico valore (Jenseits von Gut und Böse, 1886, Di là dal bene e dal male). Solo i Greci, secondo Nietzsche, ebbero chiara coscienza della lacerazione metafisica, del male di vivere, e nello stesso tempo prefigurarono la possibilità di trasformare quella lacerazione in felicità cosmica. Il mito di Dioniso e di Apollo è indicativo di tale concezione: Apollo è il Dio del sogno, del canto, della bella apparenza, ma nella sua forma risplendente non fa che ricomporre l'intima scissione di ogni cosa; Dioniso è invece il Dio dell'ebbrezza, che libera dal principio d'individuazione, identificandosi con il principio latente in ogni cosa (Die Geburt der Tragödie, 1872, La nascita della Tragedia). Ma quali la portata e il significato di questi temi principali? Premesso che il pensiero di Nietzsche presenta aspetti ancora da scoprire o rivedere, due sono le interpretazioni più note: Heidegger sostiene che in Nietzsche il pensiero occidentale realizza compiutamente quella dimenticanza dell'essere che gli è caratteristica; Lukács invece afferma che Nietzsche rappresenta l'esito ultimo dell'irrazionalismo borghese, così che non stupisce l'uso ideologico che ne ha fatto il nazismo. Tre le altre opere si ricordano: Unzeitgemässen Betrachtungen (1873-76; Considerazioni inattuali), Menschliches, Allzumenschliches (1878; Umano, troppo umano), Die fröhliche Wissenschaft (1882; La gaia scienza), Der Antichrist (1888; Anticristo

G. Bataille, Sur Nietzsche, Parigi, 1946; K. Jaspers, Nietzsche und Christentum, Berlino, 1947; K. Löwith, Nietzschens Philosophie der ewigen Wiederkehr des Gleichen, Stoccarda, 1956; M. Heidegger, Nietzsche, Pfullingen, 1961; G. Colli, Dopo Nietzsche, Milano, 1974; G. Vattimo, Il soggetto e la maschera. Saggio su Nietzsche e la liberazione, Milano, 1974; A. Banfi, Introduzione a Nietzsche, Milano, 1975; G. Deleure, Nietzsche e la filosofia, Milano, 1992.

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MessaggioInviato: Lun Giu 28, 2010 10:51 am    Oggetto:  
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La mente umana doveva essere preparata al nuovo mondo che era arrivato; i valori del mondo agricolo mai sarebbero stati in grado di fare "metabolizzare" al pensiero dell'uomo quello che si stava preparando nelle fucine della Storia.
l'arrivo delle macchine, che liberava dalla fatica bestiale ma che imponeva un nuovo rapporto con la realtà.
l'arrivo della chimica, che liberava da malattie fino ad allora mortali, e che cambiava il rapporto dell'uomo con la morte.
L'arrivo delle tele e radio comunicazioni che accorciava enormemente le distanze e che cambiava il rapporto tra uomo e uomo.
L'arrivo della fabbrica, che produce tutto quanto sopra, e il contadino si trasforma in operaio con tutte le conseguenze facilmente immaginabili, mentre il Signore terriero si traforma in imprenditore.
C'era di che impazzire, ogni riferimento culturale saltava uno per uno,
Nietzsche ci aiuta a comprendere la nuova realtà ,e beninteso, lo fa ancora adesso, e fa si che ogni uomo possa diventare l'uomo nuovo, tutti noi siamo chiamati ad essere nuovi uomini nel nuovo mondo.

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MessaggioInviato: Mar Giu 29, 2010 12:00 am    Oggetto:  
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La peculiarità del Fascismo è quella di essere un'Idea con una originalità imparagonabile. Sebbene nel "fiume del Fascismo" possano ritrovarsi delle Istanze appartenenti a varie correnti di pensiero, poichè il fascismo ne recepì la vitalità, esso si è formato con una peculiarità propria e ineguagliabile. Questo lo rende tale da avere una dottrina univoca e del tutto complessa. Con una sua peculiare filosofia.

Nella Dottrina del fascismo, di Mussolini-Gentile, non è un caso che Nietzsche non venga nominato nella formazione del pensiero fascista. Così infatti scrive Mussolini:

Riformismo, rivoluzionarismo, centrismo, di questa terminologia anche gli echi sono spenti, mentre nel grande fiume del fascismo troverete i filoni che si dipartirono dal Sorel, dal Lagardelle del Mouvement Socialiste, dal Péguy, e dalla coorte dei sindacalisti italiani, che tra il 1904 e il 1914 portarono una nota di novità nell'ambiente socialistico italiano, già svirilizzato e cloroformizzato dalla fornicazione giolittiana, con le Pagine libere di Olivetti, La Lupa di Orano, il Divenire sociale di Enrico Leone

Nietzsche ha un valore negativo, come lo aveva Marx. I pensatori di livello non possono far altro che rimanere delusi non solo dall'incompiutezza del pensiero di Nietzsche, ma dalla sua sostanziale "rivolta" fine a se stessa. Come anche il "merito" di Marx fu quello di porre il problema della critica al capitalismo in modo sistemico, ma nulla di più! Questi pensieri sono monchi! Monchi dell'analisi e della soluzione. Fermi alla spinta rivoltosa e alla critica serrata ad un interno mondo, in un senso o nell'altro.

Nietzsche, aveva una concezione del mondo e della storia che è la netta antitesi di quella fascista! Il fascismo, pur non essendo per nulla tradizionalista, aveva un suo proprio concetto di Tradizione e si innestava nella tradizione latina per svilupparla e andare avanti.

Non voleva distruggere nulla o rinnegare nulla. Non voleva tagliare le storia delle civiltà ma prendere ciò che di vivo e vitale potevano offrire per svilupparlo e metterlo a frutto! Per questo non aveva pregiudiziali. Riconosceva il cammino fin lì compiuto per proseguirlo poggiandosi su quelle basi.

Nietzsche, in tutto questo, non fa altro che distruggere. Il contrario del Fascismo che invece vuole costruire.

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MessaggioInviato: Mar Giu 29, 2010 12:26 pm    Oggetto:  
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Io penso che il pensiero di Nietzsche non possa essere associato ad alcun movimento politico e sociale perchè le finalità del pensiero di Nietzsche non sono ne politiche ne sociali. Nella biografia del filosofo tedesco scritta da Massimo Fini, l'autore cita i passi in cui Nietzsche dice in maniera esplicita il fatto che la sua filosofia sia rivolta alla coscienza dei singoli e non alla società. Nonostante ciò Nietzsche è stato in vario modo associato al nazismo ed al fascismo. Si tratta tuttavia di associazioni arbitrarie dettate più dalla strumentalizzazione politica del personaggio.
Per quanto riguarda il nazismo, Hitler cita Nietzsche perchè le sue teorie tornavano utili sia per la costruzione del superuomo che avrebbe dovuto corrispondere con l'ariano sia per andare a costruire l'idea del cristianesimo positivo elaborato da Rosenberg. Si tratta in ogni caso di una strumentalizzazione del pensiero di Nietzsche operata dal regime nazista. Va' inoltre ricordato che Nietzsche era anticomunista ed antisocialista poichè definiva tali ideologie come "utopie di massa". Tutto ciò, unito alla struamntalizzazione dei naxisti, spinse i marxisti sovietici a bollare Nietzsche come nazista (e quindi fascista per osmosi).
La destra radicale, inoltre, ha utilizzato il pensiero di Nietzsche in quanto utile sia nell'ottica di rafforzare il superomismo da sempre presente in quel pensiero sia nell'ottica di dare legittimità filosofica alla pars destruens del pensiero della destra radicale. Il fatto che Nietzsche venisse citato dalla destra radicale ha permesso un suo accostamento al fascismo.
In definitiva si possono sostenere due cose:
1) Non è mai esistito un collegamento diretto tra fascismo e pensiero di Nietzsche. Nessun pensatore fascista dice di rifarsi alle teorie di Nietzsche, il cui nome non compare nei documenti ufficiali. L'associazione tra fascismo e Nietzsche è stata fatta sulla base del fatto che sia il nazismo che la destra radicale citano il nome del filosofo tedesco.
2) Il pensiero di Nietzsche è un pensiero distruttivo ma non propositivo. Può ed è tornato utili anche alle ideologie politiche per distruggere alcuni pregiudizi sociali ma la cosa muore lì perchè non è possibile trovare nel pensiero di Nietzsche una pars costruens. Nietzsche, in fatti, può essere considerato una ottima pars destruens ma nulla di più. Di conseguenza è impossibile affermare la sua compatibilità o incompatibilità con qualsiasi regime politico.
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MessaggioInviato: Mar Giu 29, 2010 7:24 pm    Oggetto:  
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GRAZIE DVX87 Wink
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MessaggioInviato: Lun Set 06, 2010 9:50 am    Oggetto:  
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Sì...Nietzsche è venuto per distruggere..il suo pensiero demolisce tutte le sovrastrutture culturali erette dalla civiltà contadina e la sua opera distruttrice, ben lungi dall'essere cessata, continua ancora adesso nel pensiero dell'uomo moderno.

Ma non credo che la sua opera demolitoria sia negativa..anzi. essa prepara il pensiero umano a quello che verrà; sulle ceneri dei valori del passato nasceranno nuovi valori frutto di un processo culturale che gli etologi del comportamento umano chiamano " folgorazione" .

Non penso che a Nietzsche interessasse " proporre" di qualcosa di alternativo. lui voleva distruggere ciò che riteneva fosse un freno all'evoluzione..che a costruire il nuovo ci pensassero altri, a prescindere dal loro credo politico.

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MessaggioInviato: Mar Set 07, 2010 12:06 pm    Oggetto:  
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Aquilifero ha scritto:
Sì...Nietzsche è venuto per distruggere..il suo pensiero demolisce tutte le sovrastrutture culturali erette dalla civiltà contadina e la sua opera distruttrice, ben lungi dall'essere cessata, continua ancora adesso nel pensiero dell'uomo moderno.

Ma non credo che la sua opera demolitoria sia negativa..anzi. essa prepara il pensiero umano a quello che verrà; sulle ceneri dei valori del passato nasceranno nuovi valori frutto di un processo culturale che gli etologi del comportamento umano chiamano " folgorazione" .

Non penso che a Nietzsche interessasse " proporre" di qualcosa di alternativo. lui voleva distruggere ciò che riteneva fosse un freno all'evoluzione..che a costruire il nuovo ci pensassero altri, a prescindere dal loro credo politico.


Il problema è che la distruzione, specialmente se totale e cieca, non fa nascere nulla di buono e soprattutto non contribuisce a nulla.

Non si distrugge tutto, anche quello che invece meriterebbe di essere riformato e plasmato meglio.

Questo metodo è assurdo, e infatti tutti quelli che l'hanno sposato (vedi Hitler e Lenin!) hanno generato disastri per l'intera umanità.

Alla disturzione preferisco l'analisi ponderata e la costruzione di una civiltà.

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MessaggioInviato: Mar Set 07, 2010 2:57 pm    Oggetto:  
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RomaInvicta ha scritto:
Aquilifero ha scritto:
Sì...Nietzsche è venuto per distruggere..il suo pensiero demolisce tutte le sovrastrutture culturali erette dalla civiltà contadina e la sua opera distruttrice, ben lungi dall'essere cessata, continua ancora adesso nel pensiero dell'uomo moderno.

Ma non credo che la sua opera demolitoria sia negativa..anzi. essa prepara il pensiero umano a quello che verrà; sulle ceneri dei valori del passato nasceranno nuovi valori frutto di un processo culturale che gli etologi del comportamento umano chiamano " folgorazione" .

Non penso che a Nietzsche interessasse " proporre" di qualcosa di alternativo. lui voleva distruggere ciò che riteneva fosse un freno all'evoluzione..che a costruire il nuovo ci pensassero altri, a prescindere dal loro credo politico.


Il problema è che la distruzione, specialmente se totale e cieca, non fa nascere nulla di buono e soprattutto non contribuisce a nulla.

Non si distrugge tutto, anche quello che invece meriterebbe di essere riformato e plasmato meglio.

Questo metodo è assurdo, e infatti tutti quelli che l'hanno sposato (vedi Hitler e Lenin!) hanno generato disastri per l'intera umanità.

Alla disturzione preferisco l'analisi ponderata e la costruzione di una civiltà.


Ed infatti parlo di distruzione delle "sovrastrutture" non della "struttura" del pensiero umano; se distruggiamo quest'ultima uccidiamo, anche fisicamente, un uomo.
Mi spiego meglio: per sovrastutture intendo tutto quel sistema di regole, che danno luogo a vincoli e che danno luogo a loro volta a sanzioni, che sono state generate dal pensiero umano per fare interagire la specie con l'ambiente circostante, determinare i rapporti tra consimili in relazione ai tempi e ai luoghi.
Orbene; in 10.000 anni di civiltà pre-industriale ( si stima questa l'età della civiltà agricola) si è venuta a creare una "sovrastruttura" culturale ponderosa che all'avvento dell'industrializzazione ha creato non pochi problemi.
Se è stato, ed é, relativamente facile trovare soluzioni ai problemi sociali legati al fenomeno della nascita della classe operaia non è altrettanto facile trovare soluzioni per i problemi legati al cambio di sistema di valori o, meglio, al cambio del mondo ove i vecchi valori operavano.
Si vanno a toccare corde profonde che risiedono nella psiche umana.
Ciascuno di noi è un po' quello che ci è stato insegnato, principalmente dai n.s genitori, ma anche da quelli che vengono altresì chiamati " datori di tradizione".
La tradizione, il sistema di regole ,è fondamentale per ciascun uomo e chi lo perde è un vero e proprio diseredato, come sanno bene i tecnici del lavaggio del cervello.
Ebbene Nietzsche comprende che la "sovrastuttura" è ormai obsoleta e che va cambiata, o meglio che occorre iniziare a cambiarla, se non si vuole alienare l'uomo dalla nuova realtà.
Insomma un inizio della " stagione delle riforme" che, lungi dal distruggere l'eredità del passato, la si recupera, la si valorizza e la si utilizza come fondamenta per ciò che verrà.

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MessaggioInviato: Gio Set 09, 2010 10:30 am    Oggetto:  
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Non credo che la posizione di Nietzsche sia così "poco radicale" come la descrivi. A quello che ho letto e che mi salta agli occhi, il pensiero di Nietzsche è padre di tutti i radicalismi distruttori che sono venuti dopo di lui. E' oppositore della Civiltà così come noi la conosciamo, definita essa stessa come inutile "sovrastruttura" frenante gli impulsi "potenti" dell' "animale-Uomo". La "superpotenza" dell'Uomo-Padrone non deve essere frenata da nulla, tantomeno dai Valori Morali, e meno ancora da Valori riconducibili a qualsiasi religione, in particolare il Cristianesimo.

La Solidarietà con gli "ultimi" e la tendenza a "elevarli" viene vista come una idiozia, poichè il più forte deve vincere sui deboli, ed essi devono essere spazzati via. E qui ci mette lo zampino anche la scelleratezza di Darwin. Sistemi filosofici (molto dubbi) che si auto-elevano a scienza.

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