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il pensiero politico nell'antichità

 
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Autore Messaggio
Dvx87




Registrato: 04/04/06 07:04
Messaggi: 2336

MessaggioInviato: Dom Dic 07, 2008 11:17 pm    Oggetto:  il pensiero politico nell'antichità
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L'ANTICHITA'
Il pensiero politico moderno nasce solo con Machiavelli nel corso del '400, tuttavia la filosofia si era già occupata dell'argomento "politica" sin dai tempi dell'antica Grecia. Furono proprio i due principali filosofi greci (Platone ed Aristotele) ad elaborare le prime concezioni politiche compiute, che saranno alla base di tutte le riflessioni dei sucessivi auttori anche Romani.
L'impero romano, invece, con la caduta della repubblica, soffrirà sempre problemi di successione al trono imperiale sopratutto da Settimio Severo in poi. Non essendoci una ben chiara legge di sucessione, infatti, le guerre civili erano frequenti ed il potere era sostanzialmente nelle mani dei militari. Rimanevano comunque importante il rapporto dell'imperatore con il senato, il quale aveva molta importanza sopratutto nell'epoca del principato: la classe dirigente, infatti, proveniva tutta dalla classe senatoria.

CLISTENE E LA DEMOCRAZIA GRECA
Clistene fu l'ideatore della democrazia ateniese, la quale si basava sui Demoi, unità amministrative con funzioni di governo locale e depositari delle liste anagrafiche.
La cellula fondamentale della società era la tribù, ognuna delle quali forniva 50 consiglieri scelti per sorteggio, i quali andavano a far parte del Consiglio, composto da 500 membri. Il Consiglio preparava e dava esecuzione degli affari trattati in assemblea.
Tutti i 50 membri rimanevano a in carica per la decima parte di un anno e tra di loro veniva estratto un presidente, il quale rimaneva in carica per 24 ore.
Ogni cittadino aveva il diritto di scrivere il nome di una persona che desiderava allontanare dalla città: dopo un ballottaggio, la persona che aveva ottenuto più voti veniva esiliata.
Questo fu il meccanismo alla base della democrazia ateniese fino alla sua caduta.

ERODOTO
Erodoto è rimasto famoso per aver inventato il "logos tripolitiko, che possiamo trovare nel terzo libro delle storie.
Egli sintentizza questa concezione in un supposto dibattito all'interno di un gruppo di sette congiurati persiani che dopo aver ucciso un usurpatore si accingono a dare un nuovo governo al regno dopo la morte di Cambise.

1) MONARCHIA: potere di uno. Caraterizzata da un alto livello di segretezza e dalla possibilità di buon governo se il re è un uomo virtuoso. Se il sovrano non è virtuoso si rischia la tirannide.

2) OLIGARCHIA : potere di pochi. Bisogna selezionare gli uomini migliori poichè questi daranno vita a decisioni migliori e saranno anche più coesi tra di loro. C'è tuttavia il rischio che nascano inimicizie interne e che comincino lotte tra potentati.

3) DEMOCRAZIA : governo del popolo. I governanti sono estratti a sorte e sono responsabili nei confronti dei governati tuttavia c'è il rischio di un eccesso di libertà con conseguente degrado dei costumi.


Ultima modifica di Dvx87 il Gio Dic 18, 2008 12:36 pm, modificato 1 volta in totale
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Dvx87




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MessaggioInviato: Lun Dic 08, 2008 6:05 pm    Oggetto:  
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PLATONE
Platone è il primo filosofo ad occuparsi in maniera estesa dell'argomento politico nella sua opera chiamata "repubblica". All'interno della repubblica, Platone descrive lo stato ideale, evidenziando i concetti di uguaglianza e di differenza dell'animo umano.
Secondo Platone, l'anima degli uomini si divide in tre parti: anima concubiscibile (bisogni primari), anima irascibile (sentimenti) ed anima razionale (ragionare).
A seconda di quale anima è prevalente in una persona, abbiamo tre tipi di uomini differenti: i lavoratori, incilini a produrre (anima concubiscibile), i guerrieri, incilini a combattere (anima irascibile) ed i governanti, inclini a decidere i fini ed i mezzi della società (anima razionale).
Secondo paltone la proprietà privata deve essere vietata sia ai guerrieri che ai governanti per impedire il sogere della corruzione. L'istituzione del matimonio monogamico permanente è concepita come la proprietà dell'uomo sulla donna e va abolita nel nome dell'uguaglianza.
In sinstesi, Platone cerca di conciliare dei principi elitari con qualche garanzia si libertà.
Il male è considerato il relativismo poichè esso tende a dividere la comunità, privando lo stato di quella unità che gli è necessaria per essere forte ed unito. La società, secondo Platone, dovrebbe avere caratteristiche organiche e solidaristiche. Il bene della polis coincide con il bene dei singoli individui.
Riguardo l'armonia all'interno dello stato, Platone unisce la divisione funzionale del lavoro con i criteri di armonia pitagorici. Ne consegue che lo stato è in armonia se c'è armonia tra le varie parti che lo compongono e se tutti compiono la funzione a loro più consona.
Ruolo importante è svolto dall'educazione che deve garantire che le risorse umane siano finalizzate al bene generale nella misura più estensa possibile. I compiti principali dell'educazione sono l'accertare cio che ogni individuo è, formare gli individui in ciò per cui sono più portati ed indirizzarlo all'impeigo a lui più confacente.
Il politico è paragonato ad un tessitore regale e deve essere competente, saggio e capace di mediare. Cio che sta alla base dei sistemi politici è la legge, che è necessario fissare.
Platone riprende e sviluppa il logos tripolitikos di Erodoto nel seguente modo:

FORME DI GOVERNO
1) MONARCHIA.
2) OLIGARCHIA.
3) DEMOCRAZIA REGOLATA.

FORME DI GOVERNO DEGENERATE
1) TIRANNIDE.
2) OLIGARCHIA.
3) DEMOCRAZIA SGRETOLATA.

Ciò che differenzia un governo normale da uno degnerato è il rispetto della legge.
La forma di governo migliore è la timocrazia ovvero un governo a costituzione mista che media tra autorità e libertà, in cui vi è un legislatore ispirato da un profondo desiderio di condotta retta affiancato da un esecutivo forte ed accentrato.


Ultima modifica di Dvx87 il Gio Dic 18, 2008 12:37 pm, modificato 1 volta in totale
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Dvx87




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MessaggioInviato: Lun Dic 08, 2008 6:23 pm    Oggetto:  
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ARISTOTELE
Aristotele cirtica il modello platonico e rivisita interamente il pensiero di Platone in ambito politico.
Prima cosa ad essere messa in discussione è il logos tripolitikos, non tanto nella sua sostanza, quanto nel criterio per giudicare se un governo è degenerato o meno: per aristotele, infatti, un governo è degenerato se non ricerca il bene pubblico.

FORME DI GOVERNO
1) MONARCHIA.
2) ARISTOCRAZIA.
3) POLITEIA.

FORME DI GOVERNO DEGENERATE
1) TIRANNIDE.
2) OLIGARCHIA.
3) DEMOCRAZIA.

Altra novità del pensiero Aritotelico è che la democrazia è considerata sempre una forma degenerata. La politei è considerata la forma democratica non degnerata ma saa è più un via di mezzo tra una aristocrazia ed una democrazia. La politei è moderata, media tra numero e merito e cerca un equilibrio tra ricchi e poveri. Obiettivo della politeia è riuscire a combinare le caratteristiche migliori delle tre forme di governo.
Il governo è composta da tre elemnti: quello deliberativo, quello amministrativo e quello giudiziario.
Aristotele scinde la metafisica dalla politica sostenendo che non bisogna immaginare stati ideali ma riformare quelli esistenti. Non esiste un modello migliore in assoluto ma un modello migliore in un dato tempo ed in un dato luogo.
Il buon governo non cosiste nel rispettare la legge o concepire il bene ma nella vitù del giusto mezzo.
Aristotele nega l'esistenza di una corrispondenza tra la stratificazione sociale e la funzione politica poichè una buona politica non è deducibile dalla conoscenza teoretica del bene politico. Più in generale Aristotele sostiene che conoscere il bene non significa farlo.
L'uomo è considerato un essere socievole per natura ed incline a cooperare: ogni individuo è, quindi, comprensibile solo all'interno dei rapporti che instaura con gli altri. Forma primaria e basilare di associazione è la famiglia, la quale è di tipo patrilineare e costituisce la base di tutti i rapporti sociali. All'interno della famiglia sono, infatti presenti, tutti i rapporti di potere: il rapporto coniguale è simile all'aristocrazia, quell genitoriale è simile alla monarchia mentre quello patrimoniale è simile alla tirannide. La timocrazia è rappresentata dal rapporto tra fratelli.
Il fine della famiglia consiste nella procreazione, nell'amministrazione del patrimonio e nellacquisizione di beni.
L'educazione svolge un ruolo importante poichè deve formare e preservare l'ethos civile, che si trova alla base della vita pubblica. A differenza che in Platone, l'educazione è promossa dallo stato ma integrata in ambito familiare ed è polivalente: ogni individuo, infatti, deve essere formato in un po' tutte le conoscenze.
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