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11 settembre...anniversario strage torri gemelle!

 
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RomaInvictaAeterna
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MessaggioInviato: Dom Set 11, 2011 4:01 pm    Oggetto:  11 settembre...anniversario strage torri gemelle!
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Ricordiamo oggi con dolore la strage delle torri gemelle, in cui persero la vita migliaia di persone.

Il nostro pensiero va alle famiglie, agli amici e ai vari congiunti delle vittime.

Non possiamo tacere i dubbi, però, riguardo così efferato delitto. Dubbi che non sono stati ancora sciolti e domande a cui non è stata ancora data risposta.

Uno speciale di Sky Tg 24 riporta alcune delle domande più assillanti che ancora ora non hanno risposta.

Speriamo che nel mondo le stragi si fermino e che così possano tornare al centro gli Uomini e il loro diritto di vivere in Pace nella Giustizia.

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"La mistica appunto precisa questi valori...nella loro attualità politica...e dimostra l'universalità di luogo e di tempo del Fascismo"(Giani)


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Ardito
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MessaggioInviato: Dom Set 11, 2011 7:12 pm    Oggetto:  Re: X anniversario della strage delle torri gemelle
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RomaInvicta ha scritto:

Speriamo che nel mondo le stragi si fermino e che così possano tornare al centro gli Uomini e il loro diritto di vivere in Pace nella Giustizia.

Putroppo la plutocrazia anglo-statunitense ha bisogno di tragici eventi catalizzatori per giustificare le sue aggressioni colonialiste.
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Legionarivs




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MessaggioInviato: Dom Set 11, 2011 9:00 pm    Oggetto:  Re: X anniversario della strage delle torri gemelle
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Ardito ha scritto:
RomaInvicta ha scritto:

Speriamo che nel mondo le stragi si fermino e che così possano tornare al centro gli Uomini e il loro diritto di vivere in Pace nella Giustizia.

Putroppo la plutocrazia anglo-statunitense ha bisogno di tragici eventi catalizzatori per giustificare le sue aggressioni colonialiste.

È da molto tempo che si tira addosso delle tragedie in modo da usarle come scusanti e giustifiche per i suoi comportamenti.

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"Il Fascista... comprende la vita come dovere, elevazione, conquista; la vita deve essere alta e piena: vissuta per se, ma soprattutto per gli altri vicini e lontani, presenti e futuri." Mussolini, La Dottrina del Fascismo
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MessaggioInviato: Dom Set 11, 2011 9:49 pm    Oggetto:  
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Purtroppo avete ragione.

E la cosa rende ancora più orribili i delitti che vengono consumati sull'altare dello schifoso profitto...

Quante vite umane distrutte! Quanti stermini! Quanti abominevoli crimini... E perchè?...PER IL dio PROFITTO...

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antimodes
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MessaggioInviato: Lun Set 12, 2011 11:45 am    Oggetto:  
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Che faccia tosta Bush presentarsi a ground zero e fare la faccia seria quando quel giorno di 10 anni fa se ne stava comodamente seduto a gambe accavallate, ascoltando i bambini della classe, già sapendo quello che stava accadendo prima di essere avvertito!!!

La butto un pò sul divertente dicendo che approverei il ritorno dei paladini, con spada, scudo e cavallo a combattere sta gentaccia...

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Marcus
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MessaggioInviato: Mar Set 13, 2011 10:40 am    Oggetto:  
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...così ricorda il tragico evento il compagnoski Giulietto Chiesa, quello che somiglia tanto alla controfigura di "Peppe Stalin"...e devo riconoscere che non ha mica tutti i torti!

DIECI ANNI DOPO

di Giulietto Chiesa.

Dieci anni sono passati da quell’11 settembre che ha cambiato la storia del mondo, avviando la guerra infinita contro il terrorismo internazionale. I dubbi su quella vicenda si sono ingigantiti, diventando certezze. Non 19 terroristi, da soli, hanno attaccato l’America, bensì un pugno di terroristi “di stato” (occidentali e amici dell’occidente) con passaporti americani, israeliani, pakistani, sauditi.

Osama bin Laden non è mai stato incriminato, sebbene, in suo nome, siano state combattute due guerre (contro l’Afghanistan e contro l’Iraq) che hanno prodotto centinaia di migliaia di morti civili e che non sono ancora terminate.

Guantánamo è rimasta in funzione nonostante le promesse di Obama. Nessun processo contro nessun presunto colpevole è stato celebrato in questi dieci anni.

Gran parte dei “risultati” della Commissione ufficiale d’inchiesta (contenuti nel “9/11 Commission Report”) sono completamente inutilizzabili di fronte a qualunque tribunale perchè ottenuti con l’uso sistematico della tortura contro i prigionieri. Nessuno dei torturatori è stato incriminato.

Tutte le regole democratiche sono state violate, sia dentro che fuori degli Stati Uniti. L’Europa intera è divenuta complice ospitando prigioni segrete, permettendo l’atterraggio illegale di aerei con prigionieri a bordo nei propri aeroporti. Polonia, Romania, Lituania, Italia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Portogallo sono stati direttamente coinvolti in queste operazioni criminali. Il segreto di Stato ha coperto la verità: che l’Europa e i suoi servizi segreti sono stati e sono agli ordini dell’Impero americano.

Nel frattempo decine di nuovi fatti, di scoperte di ricercatori volontari in ogni parte del mondo, soprattutto negli Stati Uniti, confermano e aggravano le accuse contro l’Amministrazione americana. Decine di libri sono stati pubblicati, dove in varia misura e sotto diversi angoli visuali, la versione ufficiale è stata demolita. Se qualche anno fa, era già più che legittimo sollevare gravi domande sulla versione ufficiale, adesso abbiamo a disposizione molte “pistole fumanti” che pongono la questione della chiamata in correo di alti e altissimi personaggi dell’establishment statunitense. Nessuno di loro è stato chiamato, tuttavia, a deporre sotto giuramento. Centinaia di testimonianze e di gravissimi documenti – veri e propri capi d’accusa – sono stati accantonati e mai presi in considerazione.

Noi siamo orgogliosi di essere stati – con la realizzazione del film Zero e con diversi libri su questi temi – parte del grande movimento per la verità sull’11 settembre.

Ma come mai di tutto questo non si parla? La risposta è una sola: il mainstream corporate media è interamente nelle mani di quei circoli politici che intendono coprire la verità. L’11 settembre si è così trasformato in un vero e proprio tabù, svelare il quale sarebbe esiziale per la sopravvivenza stessa degli Stati Uniti come prima potenza mondiale.

Dunque sperare in una rapida scoperta della verità, su chi ha organizzato, attuato il più grande attentato televisivo della storia, e perchè lo ha fatto, sarebbe ingenuo. Ma coloro che hanno capito - tra i quali chi scrive – non possono rinunciare a cercare. Per una ragione assai semplice: chi ha organizzato l’11 settembre è ancora al potere negli Stati Uniti e nel Superclan mondiale. E poichè la crisi che ha provocato l’11 settembre è ora nuovamente esplosa, con ancora maggiore virulenza, dobbiamo tutti sapere che siamo in pericolo di nuovi gravissimi avvitamenti, terroristici e militari, che sconvolgeranno il mondo intero nei mesi e anni a venire.

In altri termini non stiamo scavando nel passato, ma stiamo osservando il presente. E la massa di nuove scoperte sulla menzogna colossale nella quale abbiamo vissuto gli ultimi dieci anni è così grande che non possiamo tacere.

Fino ad ora il mainstream corporate media ha demonizzato, ridicolizzato, calunniato tutti coloro che hanno posto domande. Per questa ragione si è deciso, su iniziativa di David Ray Griffin, il più tenace dei critici della versione ufficiale, di costituire un “9/11 Consensus Panel”, in grado di porre le domande in modo tale da impedire di attaccare questo o quello dei critici, presentando al pubblico mondiale una serie di domande collettive sulle quali esiste un larghissimo consenso (dall’85 al 100%) tra tutti gli esperti consultati nelle diverse materie. Questo Consensus 9/11 Panel è composto da 22 personalità internazionali (chi scrive ne è parte, insieme ad un altro italiano, Massimo Mazzucco) tra cui nomi prestigiosi come Robert Bowman, ex capo del Dipartimento di Ingegneria Aeronautica della US Air Force; come Dwain Deets, ex direttore del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale della NASA; come Niels Harrit, professore di chimica presso il Nano Science Center dell’Università di Copenhagen; come il prof. Steven Jones ex della Facoltà di Fisica della Brigham Young Universitiy; come il comandante Ralph Kolstad, ex pilota combattente della US Air Force, con 27 anni di esperiena come pilota di linea e 27.000 ore di volo alle spalle. Eccetera. Questo è il livello di competenze specialistiche, giornalistiche, scientifiche storiche del Consensus Panel.

Il consenso è stato concentrato, per ora, su 13 domande e affermazioni fondamentali sulle quali unanimemente si ritiene che la versione ufficiale è stata falsificata consapevolmente.

Non possiamo elencarle tutte in questo articolo, ma ci limitiamo ad alcune, ben sapendo che sono tutte cruciali.

Non ci sono prove che Osama bin Laden sia stato l’organizzatore dell’attentato; le due torri gemelle non sono state abbattute dall’impatto degli aerei e dai susseguenti incendi; nelle due torri gemelle ci sono state decine di esplosioni, antecedenti e successive all’impatto degli aerei; tre torri e non due caddero quel giorno, tutte e tre in caduta libera, in violazione di tutte le leggi della fisica; nessuno dei quattro equipaggi degli aerei dirottati innestò il codice 7500, cosa inspiegabile; il pilota presunto del volo AA77, che colpì il Pentagono, non poteva effettuare la manovra che viene descritta nella speiegazione ufficiale; il vice presidente degli USA, Dick Cheney si trovava nel bunker di comando ben prima che AA77 colpisse il Pentagono, mentre egli affermò il contrario.

A queste domande se ne posono aggiungere molte altre. Né le quattro scatole nere dei due aerei finiti sulle torri né quelle del volo AA77 sono state ritrovate: un record assoluto nella storia dell’aeronautica moderna. Solo in seguito una delle due del volo AA77 è stata dichiarata come esistente. Ma il suo contenuto è in parte indecifrabile, in parte maldestramente manipolato (e chi può averlo manipolato? I 19 terroristi kamikaze?).

Ultima perla: due dei terroristi, che sarebbero stati a bordo del volo AA77, al-Anjour e al-Mihdhar, vissero gli ultimi dieci mesi prima dell’11/9 in casa di un agente dell’FBI , a San Diego, California, e furono finanziati da un altro doppio agente dell’FBI e dell’Arabia Saudita. Erano protetti da un servizio segreto americano, entrarono negli Stati Uniti con un visto multiplo, concesso loro da un altro servizio segreto americano. Parlare di “errori”, o di “incompetenza” è ormai impossibile. Si deve parlare di connivenza e di partecipazione attiva. Ma se aspettiamo che Barack Obama ci dica la verità, aspetteremo invano. Lui ha assunto le vesti del vendicatore uccidendo per l’ennesima volta, il già defunto Osama bin Laden e seppellendolo in mare. Credere a questa storia e credere agli asini che volano è la stessa, identica cosa.

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Giulietto Chiesa è un noto giornalista italiano (a lungo corrispondente da Mosca de «L’Unità» e de «La Stampa») che si occupa in prevalenza di guerre e globalizzazione. È stato parlamentare europeo fino al 2009 e fondatore di Megachip – Associazione per la democrazia nell’informazione. (www.megachip.info) . Ha curato alcune pubblicazioni nelle quali la versione ufficiale degli attacchi viene completamente smentita. Da una sua inchiesta è stato realizzato il video documentario «Zero, inchiesta sull’11 settembre», presentato al Festival del Cinema di Roma il 23 ottobre 2007.

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MessaggioInviato: Mar Set 04, 2012 6:16 pm    Oggetto:  
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Oggi sta girando sulla rete (perchè sui media generalisti non se ne fa parola!) una presunta "scoperta" riguardante l'attentato delle Torri Gemelle:

Esplosivo nelle torri gemelle? Sì, ma la notizia è del 2009

Grande scoperta quella effettuata alla Brigham Young University, dal professore di fisica Steven Jones, che ha dichiarato: “Ora è ufficiale. Tracce di esplosivi di nano-termite sono stati raccolti dai detriti del WTC poco dopo il loro crollo dell’11/9/2001″. Estese prove di laboratorio, effettuate dal professore con un team internazionale di 9 scienziati, hanno dimostrato che i campioni analizzati hanno dimostrato che si tratta di esplosivi nano-termite, generalmente usati per scopi militari. Il loro documento è stato pubblicato nella Bentham Chemical Physics Journal, una delle riviste più accreditate negli Stati Uniti e molto rispettata nella comunità scientifica.

A pochi giorni dall’undicesimo anniversario della strage che sconvolse il mondo intero e che portò alla ribalta internazionale la figura di Osama Bin Laden, leader di Al Quaeda, il sito attivissimo.blogspot.it, a seguito di diverse segnalazioni, ci indica qual è la reale strada di pensiero da percorrere. Le notizie in Iran, evidentemente, viaggiano alquanto lentamente e Agenziastampaitalia.it è un sito gestito dall’Iran, com’è possibile capire dal logo dell’IRIB presente accanto a ogni notizia. Per dirla in breve, la storia della nanotermite sarebbe vecchia di almeno un paio d’anni.

Nel 2009 il sito
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dava notizia di materiale termitico scoperto nella polvere delle macerie del World Trade Center di New York, oltre che di quel documento spacciato come attuale è che stato pubblicato nella Bentham Chemical Physics Journal proprio tre anni fa. Le conclusioni riportate in quel documento erano proprio volte a dimostrare che le terribili esplosioni furono causate dalle termite.

Abbiamo scoperto particolari frammenti rosso/grigi in numero significativo in polvere connessi alla distruzione del World Trade Center. Abbiamo applicato SEM / XEDS e altri metodi per caratterizzare la struttura su piccola scala e la firma chimica di questi chip, in particolare della loro componente rossa. Il materiale rosso è più interessante e ha le seguenti caratteristiche:

1. Esso è composto di alluminio, ferro, ossigeno, silicio e carbonio. Minori quantità di altri elementi potenzialmente reattivi sono talvolta presenti, come potassio, zolfo, piombo, bario e rame.
2. Gli elementi primari (Al, Fe, O, Si, C) sono in genere tutti i presenti in particelle alla scala di decine o centinaia di nanometri, e dettagliata mappatura XEDS mostra intima miscelazione.

3. Il trattamento con metil etil chetone solvente, alcune separazione dei componenti verificato.Elemental alluminio è diventato sufficientemente concentrate così da essere chiaramente identificati nella fase di pre-accensione di materiale.

4. Ossido di ferro appare in grani sfaccettati di circa 100 nm di diametro, mentre l’alluminio appare in sottili strutture a piastra. La piccola dimensione delle particelle di ossido di ferro qualifica il materiale da qualificare nanotermite o super-thermite.

5. L’analisi mostra che il ferro e l’ossigeno sono presenti in un rapporto coerente con Fe2O3. Il materiale rosso in tutte e quattro campioni di polvere del WTC era simile in questo modo. Ossido di ferro è stato trovato nel materiale di pre-accensione di ferro elementare, mentre non lo era.

6. Dalla presenza di alluminio elementare e ossido di ferro nel materiale rosso, concludiamo che contiene gli ingredienti della thermite.


Ma, come ci si domanda su attivissimo.blogspot.it, se la nanotermite è un “esplosivo” così devastante, perché dovrebbero restarne dei residui inesplosi? Cercheremo di fornirvi ulteriori dettagli

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Marcus
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MessaggioInviato: Gio Set 13, 2012 10:07 am    Oggetto:  
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...un breve video che in modo provocatoriamente divertente riassume tutti i maggiori dubbi su uno dei più tragici attentati della storia...da vedere per riflettere con ironia sulla manipolazione globale della verità ad uso e consumo di una cricca plutocratica criminale di lobbisti assassini senza scrupoli e senza onore.

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MessaggioInviato: Gio Set 13, 2012 5:00 pm    Oggetto:  
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Ehehehe...
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MessaggioInviato: Dom Nov 25, 2012 3:32 pm    Oggetto:  
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Dunque.

Ho trovato un resoconto molto ben argomentato che tende a smentire quelle che comunemente vengono definite "teorie del complotto". Ad onor del vero, almeno sulla rete, lo spazio alle smentite (argomentate o meno) non c'è granchè stato. Sui media, solitamente, si dà più spazio a ciò che "tira". A prescindere. Questo certamente non aiuta la Verità, e soprattutto non aiuta la ricerca (vedere anche
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). Nella repubblica delle banane, poi, è peggio. Si strumentalizza tutto lo strumentalizzabile, e anche di più, per fini o propagandistici o di ascolti. O entrambi.

Questo resoconto è datato. E la sua poca o nulla diffusione conferma il discorso di cui sopra. Non è una attenuante il fatto che sia stato pubblicato su una rivista confessionale, nello specifico cattolica, vista l'imprtanza del fatto in sè e chi ne è l'autore. Un altro resoconto, di un tecnico "esplosivista" (studio degli esplosivi), fu pubblicato dai media generalisti senza la minima risonanza. Anche quel resoconto tendeva a smentire le cosiddette teorie del complotto.

Ora: pubblichiamo un estratto della lunga tesi del Professor M. Introvigne, studioso delle sette esoteriche e delle ideologie ad esse legate, quindi competente a riguardo, nei punti di contestazione della teoria del complotto e poi li commenteremo uno ad uno. Anticipo che ciò che andremo a leggere, a me in molto non quadra. Ovvero non credo risponda in modo chiaro almeno ad alcune delle più importanti obiezioni dei cosiddetti "complottisti". Quello che purtroppo si conferma, come lo stesso Professor Introvigne affermò altrove, è che la difficoltà che si deve affrontare in questi casi "problematici" è aumentata dalla "semina di notizie" e dalla impossibilità di definire "credibili" in assoluto determinate fonti, in quanto si riscontrano non credibili in altri casi. Ciò che mi ha colpito, però, è che lo stesso Professore cada (accidentalmente?) nella convinzione opposta al complottismo, proprio allo stesso modo "ideologico" che egli sembra voler contestare. E ne sottolineeremo i punti.

La malattia dell’Occidente. L’11 Settembre e le teorie del complotto

prof. M. Introvigne

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Dal momento che le obiezioni tecniche sollevate dal milione di pagine Internet e dalle centinaia di pubblicazioni a stampa e di DVD del Truth Movement sono numerosissime, mi limito a esaminare quelle più correnti. Personalmente, pur avendo letto ben più di «oltre mille pagine» sul tema, non conosco obiezioni cui le fonti indicate nel paragrafo precedente non rispondano, e a queste si potrà comunque fare riferimento per ulteriori e ben più approfondite informazioni.

1. «Non è possibile che quattro piloti dilettanti siano stati capaci di guidare aerei così sofisticati». Risposta: Hani Hanjour, il terrorista che guidava l’aereo del volo American Airlines 77, che colpì il Pentagono, Mohammed Atta e Marwan al-Shehhi, piloti dei voli American Airlines 11 e United Airlines 175, che si schiantarono contro le Torri Gemelle, e Ziad Jarrah, ai comandi del volo United Airlines 93, che cadde in Pennsylvania grazie all’eroica resistenza dei passeggeri, avevano conseguito i loro brevetti di piloti per aerei sia privati sia commerciali. Certamente nessuno di loro era autorizzato a pilotare i Boeing dell’11 Settembre, né li aveva mai pilotati. Ma, con l’ausilio degli strumenti tecnici di bordo di cui avevano studiato il funzionamento e delle sessioni di addestramento al simulatore di linea professionale alle quali si erano sottoposti, erano in grado di pilotare e di dirigere in aria anche aerei più grandi di quelli per cui avevano conseguito i brevetti. Probabilmente non erano in grado di gestire le due fasi più difficili: il decollo e l’atterraggio. Ma di queste non avevano intenzione di preoccuparsi.

2. «Come dichiarò l’11 settembre il giornalista della rete televisiva conservatrice Fox Marc Birnbach, testimone oculare, quello che avrebbe dovuto essere il volo United Airlines 175 diretto verso la Torre Sud del World Trade Center, non aveva oblò. Dunque non era un aereo di linea, ma un aereo militare o un missile». Risposta: Marc Birnbach è stato intervistato più volte negli ultimi cinque anni, e ha sempre dichiarato di non avere visto personalmente oblò — il che lo aveva colpito — ma di non aver mai dubitato che si trattasse in effetti di un aereo di linea. Le questioni sull’angolo di visuale di Marc Birnbach sono comunque irrilevanti, dal momento che frammenti di oblò usati dalla United Airlines sono stati trovati fra le rovine della Torre Sud.

3. «Non è credibile che gli aerei della potentissima aviazione americana non siano stati capaci di abbattere tre aerei di linea, tanto più che hanno avuto ore di tempo per farlo e che in passato sono stati intercettati e abbattuti 67 aerei privati. Dunque qualcuno ha ordinato loro di non farlo». Risposta: per cominciare, dei 67 aerei intercettati, 66 lo sono stati fuori dello spazio aereo degli Stati Uniti d’America, in relazione a traffico di droga e a contrabbando; uno solo — l’aereo privato del campione di golf Payne Stewart (1957-1999), svenuto mentre era ai comandi, seguito nel 1999 prima che si schiantasse nel South Dakota su un terreno agricolo, senza causare danni a persone diverse da quelle che viaggiavano sull’aereo — è stato intercettato all’interno degli Stati Uniti d’America. Il tempo dal primo allarme relativo a un dirottamento — 8.24 ora di New York — alla caduta del volo United 93 —10.08 ora di New York — è stato di 104 minuti; altri calcoli diffusi dal Truth Movement semplicemente «dimenticano» il fatto che gli Stati Uniti d’America sono divisi dal fuso orario in zone diverse e confondono ora centrale e ora orientale. Nel frattempo le Torri Gemelle erano state colpite rispettivamente alle 8.46 e alle 9.03 e il Pentagono alle 9.37. Alle 8.53, cioè ventinove minuti dopo il primo allarme su un dirottamento, gli aerei militari si sono levati in volo. Che qualcuno pensasse di dirigere aerei civili contro edifici pubblici — un evento mai verificatosi nella storia dei dirottamenti — è apparso evidente solo dalla telefonata dal cellulare di una hostess del volo American Airlines 11 alle 8.44. Alle 10.20 è stato comunicato alla stampa che il presidente Bush aveva firmato l’ordine che autorizzava l’aviazione militare ad abbattere aerei civili con passeggeri a bordo diretti contro edifici pubblici: non ve n’erano più, ma in quel momento non si poteva saperlo. Il tempo fra la notizia dell’evento e la comunicazione alla stampa dell’avvenuta firma dell’ordine presidenziale è stato di un’ora e trentasei minuti. Si tratta di un lasso di tempo del tutto congruo con le leggi in vigore l’11 settembre 2001, che riservavano al solo presidente degli Stati Uniti d’America la possibilità di ordinare l’abbattimento di un aereo civile con passeggeri a bordo — quindi l’uccisione di diverse centinaia di persone — e che esigevano che la richiesta passasse dall’amministrazione locale dell’Aviazione Civile a quella nazionale, da questa all’Aviazione Militare, allo Stato Maggiore, al segretario di Stato e al presidente. Dal momento che l’Aviazione Militare si prese la responsabilità di saltare un passaggio, l’ordine presidenziale fu firmato dopo solo un’ora e trentasei minuti, o meglio qualche minuto prima, perché alle 10.20 fu data notizia alla stampa dell’avvenuta firma. Poiché la maggioranza dei dirottamenti nel mondo si era conclusa prima dell’11 Settembre con una trattativa che aveva permesso di salvare la vita della maggioranza delle persone coinvolte, era perfettamente comprensibile che la legge si preoccupasse di dettare cautele prima che un aereo pieno di passeggeri fosse abbattuto, e che riservasse la decisione al solo presidente. Dopo l’11 Settembre le norme sono state cambiate e oggi l’Aviazione Militare, quando un aereo passeggeri dirottato minaccia di causare una strage, può decidere autonomamente di abbatterlo. Ma la decisione non è stata presa a cuor leggero e non è difficile capire che la scelta implica delicatissimi problemi morali. Peraltro, anche con le attuali norme, e con le procedure di oggi che prevedono che aerei militari capaci di abbattere un aereo civile di grandi dimensioni siano costantemente in volo sulle principali città americane e non abbiano bisogno di decollare dopo un allarme — anche l’11 settembre l’Aviazione Militare non era «a terra», come vogliono i complottisti: vi erano pattuglie in volo, ma erano dislocate lontano dalle città, principalmente sopra il mare aperto, perché da lì ci si poteva attendere un attacco, o più realisticamente un volo a bassa quota di trafficanti di droga —, non è certo che sarebbe stato possibile intervenire nei 53 minuti fra la prima indicazione della hostess del volo American Airlines 11 e l’attacco al Pentagono, per non parlare dei due minuti fra l’allarme della stessa hostess e il primo schianto sulle Torri Gemelle.

4. «Non è possibile che l’impatto di un aereo abbia fatto crollare un edificio di centodieci piani come la Torre Nord del World Trade Center. Pertanto la torre — e la sua gemella — sono crollate a causa di esplosivi fatti detonare da “qualcuno” in corrispondenza dell’urto degli aerei». Risposta: le due maggiori società di demolizioni del mondo, e un buon numero di professori universitari d’ingegneria esperti in demolizioni, hanno dichiarato — spiegando perché, in diverse centinaia di pagine del rapporto del NIST — che il modo di crollare delle Torri Gemelle è tipico di un impatto e non è tipico di una demolizione attuata tramite bombe. Nel secondo caso, comincerebbero a crollare i piani più bassi, non i piani alti, come invece è successo al World Trade Center. Per sostenere il contrario, si obietta che nel 1945 l’impatto di un bombardiere B-25 su un altro grattacielo di New York, l’Empire State Building, non lo ha fatto crollare. Ma bisogna considerare la notevole diversità tra i due edifici. Nel caso dell’Empire State Building si trattava di una struttura tradizionale reticolare e non di una struttura tubolare in vetro e acciaio, ultra-moderna, con facciate portanti, assai più conveniente quanto allo spazio per uffici che è possibile ricavare in ogni piano ma anche più critica in caso d’impatto. Si sostiene pure che un pompiere sfuggito al crollo della Torre Nord dopo esservi entrato, Louis «Louie» Cacchioli, avrebbe dichiarato al settimanale People, specializzato nella vita sentimentale dei personaggi pubblici, che l’11 settembre «[...] era esplosa una bomba. [...] Pensiamo che ci fossero bombe nell’edificio» (36). Ma Cacchioli, ripetutamente intervistato, ha detto di avere in effetti dichiarato: «Il rumore era come quello di una bomba» (37), che è una cosa ben diversa, e di non avere dubbi che sia stato l’impatto di un aereo a causare il crollo della Torre Nord.

5. «Il carburante di un aereo brucia a una temperatura fra 1.100 e 1.200 gradi [Celsius: i complottisti che forniscono numeri diversi semplicemente sbagliano]. L’acciaio si scioglie a 1.510 gradi [Celsius]. Questo prova che non è stato l’incendio sviluppato dall’impatto dell’aereo a fare crollare le Torri, ma dev’essere stata una serie di bombe, tanto più che diversi testimoni affermano di avere visto dell’acciaio fuso l’11 settembre». Risposta: due professori di Scienze metallurgiche hanno testimoniato di fronte al NIST che, a meno di essere specialisti, è molto difficile distinguere fra acciaio fuso e altri metalli certamente presenti — per esempio nell’arredamento — negli uffici del World Trade Center e che fondono a una temperatura molto più bassa dell’acciaio. Una delle fotografie che compaiono sui siti complottisti, mostrata a uno dei docenti, è stata identificata come una pozza di vetro fuso con frammenti di acciaio, non fuso, all’interno. Ma tutta la questione della fusione è fuorviante: infatti, ben prima di fondersi, l’acciaio — nel gergo degli specialisti — «perde forza» e non è più capace di sostenere strutture complesse. A 400 gradi Celsius perde il 50% della sua forza; e a 980 gradi Celsius — meno degli oltre mille sviluppati dal carburante per aerei che brucia — la forza dell’acciaio si riduce al 10%.

6. «I sismografi della Columbia University — siti trenta chilometri a Nord del World Trade Center — hanno registrato l’11 settembre una attività sismica compatibile con l’esplosione di bombe e non con l’impatto fra aerei e un edificio». Risposta: nel novembre del 2001 la Columbia University ha pubblicato un rapporto, in cui sostiene che quanto hanno rilevato i suoi sismografi è perfettamente compatibile con l’impatto di aerei e che ogni altra interpretazione dimostra semplicemente che chi la propone non è un esperto di sismologia (3Cool.

7. «Sette ore dopo la Torre Sud, è crollato anche l’edificio numero 7 del World Trade Center, e per questo non vi sono spiegazioni. È stato fatto crollare perché da lì la CIA ha diretto l’intera operazione, e/o perché il suo proprietario, il magnate ebreo Larry Silverstein, che intendeva intascare il risarcimento delle assicurazioni, ha ordinato ai pompieri di pull it, espressione che nel gergo dei pompieri significa: “Fatelo crollare”». Risposta: a prescindere dal fatto che la seconda ipotesi — relativa a un proprietario che intende truffare le società di assicurazioni — non ha molto a che fare con un complotto sull’11 Settembre in generale — a meno di sostenere che tutti gli ebrei, e in particolare i capitalisti ebrei, sono in combutta fra loro, con il governo americano e con quello israeliano, il che è precisamente quanto una parte del Truth Movement afferma —, sia Larry Silverstein sia i pompieri con cui ha interagito l’11 settembre — ma ai quali certo non ha potuto dare ordini — hanno dichiarato che pull it non significa affatto «fatelo crollare» nel gergo dei pompieri ma «abbandonatelo» e si riferiva al fatto che ormai tutte le persone erano uscite dall’edificio e che i pompieri rimasti all’interno rischiavano la vita per salvare soltanto beni materiali. I pompieri, in effetti, uscirono e il crollo dell’edificio numero 7 non comportò perdite di vite umane. In realtà, i complottisti cercano di utilizzare a loro favore la circostanza secondo cui tutti i rapporti tecnici sull’11 Settembre dichiarano che il crollo dell’edificio 7 è difficile da spiegare. Si avanzano varie ipotesi — urto di enormi detriti caduti dalle Torri Gemelle, effetti dell’onda sismica, modesta quando rilevata dalla Columbia University a trenta chilometri di distanza, ma assai più rilevante vicino all’epicentro, incendi, e forse anche difetti nella costruzione dell’edificio — e probabilmente solo la loro combinazione spiega il crollo. Il fatto che i rapporti esprimano difficoltà e perplessità sull’episodio — tutto sommato minore — dell’edificio 7 non smentisce, ma conferma la loro serietà. Un rapporto scientifico quando ha difficoltà a spiegare un fenomeno lo afferma chiaramente. Per il complottista, invece, o la scienza «ufficiale» è capace di spiegare tutto e subito, oppure si ha la prova che è in combutta con i cospiratori e in malafede.

8. «Nessun aereo ha colpito il Pentagono l’11 settembre. I guasti riguardano un’area troppo piccola rispetto alle dimensioni di un Boeing 757, l’“impronta” sulla parete demolita non è quella di un aereo, nessuno ha visto un aereo di linea e le finestre del Pentagono non si sono neppure rotte. Dunque si trattava di un missile militare». Si tratta delle tesi intorno a cui Thierry Meyssan, presidente e fondatore del Réseau Voltaire, un organismo francese che si consacra alla promozione dell’anticlericalismo e del libero pensiero, ha costruito la sua fortuna. Il suo libro — uscito in italiano con il titolo L’incredibile menzogna (39) — è stato tradotto in diciotto lingue e ha trasformato il personaggio in una media azienda, con un fatturato — fra libri, conferenze, DVD e apparizioni televisive a pagamento — di tutto rispetto. Risposta: ognuno si arricchisce come può, ma gli esperti che hanno condotto l’inchiesta dell’American Society of Civil Engineers, fra cui diversi hanno anche qualifiche universitarie, hanno risposto a Meyssan che solo nei cartoni animati un corpo che si schianta a grande velocità su una parete solida lascia un’impronta che corrisponde alla sua forma. L’impronta deriva inoltre dalla sola fusoliera centrale, dal momento che le ali sono schizzate via al momento dell’impatto, tanto più che un’ala aveva già toccato o almeno sfiorato il terreno: il Pentagono, più basso, era più difficile da colpire, per un pilota dotato di licenza ma di esperienza comunque limitata, delle Torri Gemelle. Per buona fortuna — diversamente, le vittime sarebbero state più numerose — l’aereo guidato dal terrorista Hani Anjour colpì un’ala del Pentagono dove entro cinque giorni sarebbe stata completata — ma era già quasi finita — l’installazione di materiale sperimentale, finestre comprese, «a prova di bomba», che ha retto in modo eccellente all’impatto. Le telecamere di sorveglianza, invece, erano indubbiamente troppo lente per un edificio importante come il Pentagono, scattavano fotografie sequenziali piuttosto che filmati, e questo spiega perché sia difficile, esaminando quanto hanno ripreso, capire che cosa esattamente si stesse avvicinando all’edificio. Contrariamente a quanto sostiene Meyssan, l’amministratore delegato della prima azienda privata d’ingegneria strutturale chiamata a indagare sul luogo dell’impatto, la KCE Structural Engineers, ha dichiarato: «Ho tenuto in mano parti dell’aereo con il marchio della linea aerea [...]. Ho tenuto in mano parti di uniformi dell’equipaggio, cui talora erano ancora attaccati resti umani. Vi basta?» (40). Infine, una domanda per Meyssan: se il volo American Airlines 77 non si è schiantato sul Pentagono, dove sono finiti i suoi passeggeri? Naturalmente la domanda vale anche per coloro che sostengono che i voli American Airlines 11 e United Airlines 175 non sono finiti contro le Torri Gemelle. E la risposta più comune nel Truth Movement è che questi tre aerei sono stati fatti atterrare e i loro passeggeri ed equipaggi reimbarcati sul volo United Airlines 93, cinicamente abbattuto da un aereo militare o da un razzo. Il problema di questa risposta non è tanto come ammassare tanti passeggeri in un unico aereo: utilizzando anche il bagagliaio e costringendoli a condizioni disumane — irrilevanti, dal momento che dovevano morire — sarebbe stato possibile. È che le analisi del DNA hanno permesso d’identificare il 95% dei passeggeri dei quattro voli e tutti i terroristi coinvolti nell’attacco — com’è noto, per l’analisi del DNA basta un minuscolo frammento — e ogni passeggero identificato era esattamente dove doveva essere. Naturalmente, il complottista obietterà ancora che tutte le persone coinvolte nelle analisi del DNA facevano parte del Complotto con la C maiuscola. Ma questo riporta a un problema di fondo: la raccolta dei campioni e le successive analisi hanno coinvolto centinaia di persone di agenzie federali e di aziende e di laboratori privati diversi, e che un complotto cui partecipano centinaia di persone non sia presto o tardi smascherato con tutte le prove del caso è tecnicamente impossibile.

9. «Non è possibile che i passeggeri abbiano chiamato con i loro cellulari dai voli dirottati. Nel 2001 non esistevano cellulari in grado di funzionare da un aereo in volo». Risposta: noto anzitutto che l’obiezione è stata riformulata con riferimento al 2001. Oggi pacificamente la maggior parte dei cellulari è in grado di funzionare da un aereo in volo su una zona dove troverebbe normalmente campo, tanto che vi sono già voli dove, in via sperimentale, l’uso dei cellulari è autorizzato e nel giro di qualche anno questo avverrà sulla maggioranza dei voli, una volta superati i problemi di sicurezza, noti e oggi facilmente risolvibili, ma con un costo di cui non è ancora chiaro il modo di addebito ai passeggeri. Secondo i tecnici delle società di telefonia cellulare che hanno testimoniato nel corso delle diverse indagini, nel 2001 sarebbe stato impossibile telefonare — e, per la verità, è difficile anche oggi — da un aereo che voli a una altezza superiore ai cinquantamila piedi, pari a 15.240 metri, un’altezza — peraltro — che i Boeing 757 e 767 non raggiungono mai e la loro stessa quota massima di 46.000 piedi, che si riduce con l’aumento del carico, è già di per sé raggiunta di rado. Invece, nel 2001 non sarebbe stato impossibile ma soltanto problematico, nonché connesso alle caratteristiche dell’aereo e del territorio — con chiamate che s’interrompono e dove il numero va richiamato ogni due o tre minuti —, telefonare tra i trentacinquemila piedi, pari a 10.668 metri e i 41.000 piedi, pari a 12.497 metri. Il volo United 93, che si schiantò a terra in Pennsylvania, non ha mai superato l’altezza di 40.700 piedi, pari a 12.405 metri. E infatti — qualunque cosa mostri il film, peraltro artisticamente apprezzabile e sostanzialmente fedele ai fatti, United 93 del regista inglese Paul Greengrass (41) — ai passeggeri che chiamarono i loro parenti con i cellulari da quel volo, come Thomas «Tom» Burnett (1963-2001) e Andrew Garcia (1939-2001), capitò esattamente quello che, secondo i tecnici specializzati in cellulari, doveva succedere: le loro telefonate duravano meno di un minuto, dopo di che dovevano richiamare. Altri chiamavano non dai cellulari, ma dai telefoni fissi di cui molti sedili dell’aereo — come avviene normalmente negli Stati Uniti d’America sugli aerei più grandi — erano dotati e che funzionano anche sui voli transoceanici ad altezze superiori a cinquantamila piedi, senza avere i problemi dei telefoni cellulari. Quanto agli altri tre aerei coinvolti nei fatti dell’11 Settembre, le telefonate dai cellulari si riferiscono a quando erano scesi sotto ai diecimila piedi, pari a 3.048 metri, e, qualunque cosa ne dica qualche complottista, anche i «primitivi» cellulari del 2001 erano in grado di funzionare a quest’altezza, pure da un aereo in volo e purché fossero sufficientemente vicini a un ripetitore, la cui presenza negli Stati Uniti d’America — tanto più nelle, e intorno alle, aree urbane di New York e di Washington — era ed è capillare. L’obiezione secondo cui i terroristi, se davvero vi fossero stati, avrebbero impedito ai passeggeri di telefonare non è convincente: su ciascuno dei tre voli che raggiunsero i loro obiettivi l’11 settembre erano imbarcati cinque terroristi, e sul volo United 93 solo quattro. Forse la piccola differenza è stata decisiva, anche se l’elemento che ha determinato la rivolta dei passeggeri è il fatto che, grazie ai telefoni, cellulari e non, essi sapevano che cosa era successo a New York, dunque che sarebbero comunque morti. Quattro o cinque terroristi sono in ogni caso insufficienti a controllare tutti i passeggeri, né era questo l’obiettivo principale dei dirottatori.

10. «Il volo United 93 non è caduto in seguito alla rivolta dei passeggeri, ma è stato abbattuto da un misterioso aereo bianco visto da sei testimoni nelle vicinanze del luogo della caduta». Risposta: l’aereo bianco vi era certamente. Si trattava di un aereo privato Falcon 20 di proprietà della VF Corporation, che produce articoli di abbigliamento con il marchio Wrangler. Esiste ancora — dunque non si è schiantato sullo United 93 —, non è un aereo militare — dunque non avrebbe potuto abbatterlo — e i proprietari e i piloti hanno testimoniato di aver ricevuto istruzioni dall’amministrazione dell’Aviazione Civile di rimanere in zona e di descrivere quello che vedevano: al momento del loro passaggio, rovine fumanti. Presunte «testimonianze» di militari che avrebbero dichiarato a questo o quel complottista — in particolare al colonnello in pensione Donn de Grand-Pre — di aver partecipato all’abbattimento dello United 93 sono state energicamente smentite dagl’interessati. Il fatto che detriti — ma non, contrariamente a quanto talora si legge, resti umani, tutti ritrovati nelle immediate vicinanze dell’impatto — siano stati rinvenuti fino a un miglio e mezzo dal luogo d’impatto — non a sei miglia, come vorrebbero i complottisti – è coerente con la meccanica dell’impatto a terra riscontrata in innumerevoli altri incidenti aerei e alla direzione del vento del giorno 11 settembre 2001. Alcuni complottisti, dopo aver letto che pezzi dell’aereo erano stati ritrovati nel lago Indian Lake, sono corsi ai loro computer e hanno ricavato dai navigatori disponibili su Internet che l’Indian Lake è a sei miglia dal luogo dell’impatto del volo United 93. Ma i navigatori indicano la distanza in automobile, mentre i detriti dopo un impatto volano via in linea d’aria e non seguono le strade carrozzabili. L’Indian Lake dista un miglio e mezzo in linea d’aria dal luogo in cui si schiantò lo United 93.

11. «Il servizio segreto israeliano, il Mossad [«l’Istituto», abbreviazione di Ha-Mossad le-Modi‘in ule-Tafkidim Meyuhadim, «Istituto per l’intelligence e i servizi speciali»], sapeva che le Torri Gemelle sarebbero state colpite. Infatti avvisò in anticipo i quattromila ebrei che vi lavoravano, consigliando loro di darsi malati, e nessun ebreo è morto nel disastro di New York». Risposta: questa leggenda urbana — classificata come tale dagl’istituti specializzati che le studiano — è stata diffusa per la prima volta il 15 settembre 2001 dal quotidiano al-Thawra, che appartiene al governo della Repubblica Araba di Siria, e dalla televisione libanese al-Manar, l’emittente televisiva del movimento Hezbollah. Anche qui vale l’osservazione preliminare secondo cui un segreto condiviso da quattromila persone non sarebbe stato più tale dopo dieci minuti. Davvero gli ebrei che lavoravano nelle Torri Gemelle non avrebbero avvisato gli amici e i parenti — talora figli o coniugi — non ebrei che si sarebbero trovati l’11 settembre negli stessi edifici? Comunque sia, si conoscono i nomi delle 2.749 vittime di New York dell’11 Settembre, di cui 2.071 lavoravano abitualmente nelle Torri Gemelle. I morti ebrei —intendendo questo termine nel senso culturale in cui lo usano i demografi, a prescindere dalla pratica religiosa attiva, che coinvolgeva 172 delle vittime — sono 404, poco meno del 20% dei lavoratori del World Trade Center morti l’11 settembre. La percentuale è superiore a quella degli ebrei che vivono a New York, pari al 12%, il che non è sorprendente perché la società di consulenza Cantor Fitzgerald, che ha pagato un tributo di 390 morti, aveva un alto numero di dipendenti ebrei. Alcuni dei morti erano figure molto note nella comunità ebraica per le loro attività filantropiche e culturali o religiose, come il vicepresidente anziano della stessa Cantor Fitzgerald, Jeffrey Grant Goldflam (1953-2001), o Neil David Levin (1955-2001), direttore della Port Authority, la società che gestisce i porti e gli aeroporti di New York, o ancora l’israeliano Hagay Shefi (1966-2001), un genio del software e co-fondatore della GoldTier Corporation, i cui uffici erano al World Trade Center.

12. «Lei, dopo tutto, non è né un ingegnere civile né un ingegnere aeronautico». Risposta: è proprio così. Non lo sono neppure, come si è già accennato, gli esponenti del Truth Movement. Mentre decine di professori universitari d’Ingegneria Civile e di Ingegneria Aeronautica hanno testimoniato nell’indagine del NIST sulle Torri Gemelle, e l’indagine sul Pentagono è stata commissionata e pubblicata dall’Associazione Americana degli Ingegneri Civili, e redatta, fra gli altri, da uno dei più noti specialisti mondiali d’Ingegneria Strutturale, il professor Mete A. Sozen della Purdue University. Se si tratta di scegliere, in materia di competenza nelle branche specifiche dell’ingegneria rilevanti per il nostro tema, fra costoro — molti dei quali, mi permetto di ripeterlo, sono di idee politiche piuttosto lontane da quelle dell’attuale governo americano — e il gruppo di docenti di Storia e di Filosofia, giornalisti e attivisti politici che diffondono le tesi del Truth Movement, la scelta per qualunque persona di buon senso non mi sembra troppo difficile.

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"La mistica appunto precisa questi valori...nella loro attualità politica...e dimostra l'universalità di luogo e di tempo del Fascismo"(Giani)
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MessaggioInviato: Mar Nov 27, 2012 10:36 am    Oggetto:  
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Iniziamo a fare le nostre domande al Professore.

1. Ammettiamo che sia così. Quello che continua a non essere chiaro e abbastanza anormale, è il metodo del dirottamento dell'aereo/i e comunque la capacità mostrata nel pilotarlo/i. Per quanto uno si eserciti sui simulatori, bestioni di quel tipo sono reali! La cosa può avere del "dubbio", però ammettiamo anche che a questi "genietti" sia bastato e che effettivamente abbiano dirottato aerei con taglierini e pilotato con maestria fino all'obiettivo. Quindi diamo questa ipotesi per buona, con riserva.

2. E che risposta sarebbe? Un testimone oculare (che ovviamente deve essere verificato, non si discute!) dichiara apertamente di non aver visto oblò su un areo di linea (!!), e la smentita sarebbe che "non ha dubitato si trattasse di un aereo di linea"! A parte l'evidente contraddizione (non suscita nulla al professore?), la smentita sarebbe questa? MAH!

3.Le motivazioni "tecniche" addotte non sono nè pertinenti nè sufficienti a spiegare una cosa che ha dell'incredibile. L'assenza PROVATA di copertura di difesa nello spazio aereo della città!!!!!A prescindere da quello che stava succedendo, il fatto che "erano tutti impegnati in altro", e che prima di abbattere un aereo civile bisogna agire cautamente, rende tutto solo più comico. Come anche il fatto che nessuno pensava fosse mai successo che un aereo di linea potesse schiantarsi contro edifici cittadini (vedremo più avanti il perchè). Per quanto la cosa sia stata "inaspettata" (mah!), i tempi di risposta e le azioni seguenti, come anche la risposta nell'intercettazione degli aerei e lo schieramento difensivo della città (lasciata scoperta!!!) rimangono interrogativi a cui questa "risposta" non risponde.

4. Che il rapporto ufficiale, col supporto di tanti cattedratici, dichiari che non è vero che le torri siano crollate per una demolizione, conta un po' poco. Perchè? Perchè se non risponde a domande specifiche, argomentando, e non ELUDENDOLE, con esempi alternativi, siamo al punto di partenza. Il costruttore delle torri gemelle ha dichiarato nel gennaio 2001 che la struttura delle torri era stata pensata APPOSTA per resistere non ad un solo aereo che si schiantasse (chissà. Forse perchè un grattacielo così alto è più esposto alla possibilità di incidenti aerei?), ma più di uno! La spiegazione tecnica, in data non sospetta, è molto particolareggiata (alla fine linkerò ad un sito che raccoglie i vari dati a cui mi riferisco, ma sono reperibili liberamente dalle stesse fonti ufficiali). Le Torri erano in grado di non crollare. Questo è stato dichiarato pubblicamente e definitivamente. Per quale motivo siano crollate, in crollo QUASI verticale, non è dato di saperlo. E la versione ufficiale non regge.

5. Mettiamo anche che l'acciaio abbia "perso forza" e abbia indebolito le colonne. Possibile che l'intera area nella quale si trovavano gli aerei sia collassata? Possibile che in entrambe le torri si è avuta la stessa reazione? Possibile che il costruttore abbia dichiarato il faslo, abbia costruito senza prevedere che la struttura potesse collassare, a certe condizioni, in presenza di "bombe o incendi" di vario genere e tipo?
Insomma, come è possibile che, anche dopo l'indebolimento e il collasso della parte superiore delle torri, questo primo crollo abbia determinato una caduta libera veloce e QUASI verticale di quel tipo? Ci si immaginna una caduta SCOMPOSTA, in presenza di un cedimento strutturalem NON TOTALE. Questo dicono le leggi della fisica. O NO?

6. Quindi?

7. Questa è davvero comica. Siccome il rapporto ufficiale non riesce a spiegare il crollo dell'edificio 7, allora vuol dire che non è un crollo controllato!!!! Ma che razza di risposta è questa? Lasciando da parte la "semina di notizie" in cui lo stesso professore che l'ha identificata cade, le teorie di ebrei o meno, di carte segrete o meno, ai FATTI risulta INSPIEGABILE il crollo del palazzo 7. E le immagini di quel crollo fanno intuire, a mio avviso senza ombra di dubbio alcuno, che è stato tirato giù in modo controllato. Crolla ad una velocità altissima, manco fosse stato "bmbardato"...

8. Ancora una risposta incredibile. Si nega la possibilità di un impatto differente da quello di un Boeing 757 di 100 tonnellate che viaggiava a 800 km/h, perchè non si potrebbe rispondere alla domanda di dove sarebbero finiti i passeggeri?????? MAH! Inoltre il filmato diramato ufficialmente dalle "autorità" mostra un "oggetto volante" oblungo, che all'occhio ha dimensioni e volocità differenti da quelle di un bestione di quella portata! Come è possibile? Come è possibile che il danno sul pentagono sia stato così circoscritto? Come è possibile che un bestione di quella portata diffonda un numero di frammenti INFIMO? Con o senza parete a prova di bomba? Inoltre: come è possibile che, vista la presunta traiettoria del bestione in volo verso il pentagono, il terreno non abbia subito praticamente NESSUN DANNO? E del tragitto finale del bestione, che testimonianze ci sono? Riguardo il DNA dei passeggeri, la cosa non è pertinente. Bisogna mostrare i reperti da dove è stato preso. Quali sono ? Dove sono?

9. Passim

10. Mettiamo che il volo sia caduto per la rivolta dei passeggeri. Possibile che questi riescono a neutralizzare gli attentatori e gli altri no? Cosa avevano questi attentatori di diverso? Si può dire che a nessuno sia venuto in mente di neutralizzare gli attentatori, se non a questo volo? Poi: il fatto che i rilievi facciano pensare a un impatto, non è detto che i motivi di questo impatto possano essere tutti esclusi. O si devono escludere a priori?

11. Altra non risposta. Che c'entra dire che un segreto condiviso da più persone non è più segreto, per tentare di smentire chi ha detto che gli ebrei sapevano dell'attentato? Si può essere anche strumenti di un "segreto", senza che tutti lo conoscano. E' questa idea di Introvigne che rende ideologico anche il resoconto del Professore, specialista di esoterismo. Su questo lui basa la definizione di "inesistenza" di dottrine esoteriche che vengano messe in atto nel mondo. Ma questo indica una posizione ideologica di segno opposto.

12. La scelta dovrebbe andare su chi risponde chiaramente e direttamente a domande altrettando chiare e dirette. Se dovesse valere soltanto l'identità accademica, allora dovremmo accreditare anche le teoria razziali SCIENTIFICHE naziste

(alcuni spunti di approfondimento qui
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Anche quest'anno è passato l'anniversario della strage delle Torri gemelle.
Purtroppo la strada per la chiarezza e per la Giustizia non è stata percorsa.
Negli Stati Uniti, i cittadini, tra il dolore e la speranza, cercano ancora risposte. Un media statunitense torna sulla strage, e pone domande ormai conosciute, ma ineludibili. Interessanti per la fonte:

[traduzione]
Troppi buchi nella versione ufficiale dell'11 / 9: gli analisti
Un analista americano ha messo in discussione il rapporto del governo degli Stati Uniti sull'11 settembre 2001, gli attacchi al World Trade Center di New York, dicendo che la narrazione non si sposa bene con la logica.

Parlando a Press TV , il programma-Dibattito sul 12 ° anniversario del 9/11, l'autore e giornalista Mark Glenn ha detto che il modo e le circostanze dell'attentato, come ad esempio la "caduta libera" nel crollo delle Torri Gemelle di Manhattan , sono in contrasto con le dichiarazioni del governo degli Stati Uniti per quanto riguarda il presunto attacco di al-Qaeda.

"La tempistica della loro caduta, nel modo in cui è avvenuta, è semplicemente, fisicamente, impossibile poichè sono crollate come in caduta libera e questo non può avvenire se non in una situazione di demolizione intenzionale", ha spiegato Glenn.

"La versione ufficiale è che questi due aeromobili, che si erano schiantati contro le Torri Gemelle, erano responsabili della distruzione di questi edifici. Ora dove è l'aereo di linea schiantato nell' edificio 7 (che si trova di fronte al World Trade Center), e che ha portato alla sua distruzione? ", ha domandato."Questa è un grande, lampante questione che deve essere risolta e credo che non si avrà risposta dalle persone che hanno molto da nascondere e non avrà luogo un'indagine onesta e aperta su quello che è accaduto il 9/11," ha aggiunto.

L'analista ha citato i media di cinque spie israeliane arrestate la mattina del 9/11 dopo che sono state intercettate nel fiume del Liberty State Park, nel New Jersey, mentre riprendevano le torri in caduta.
Glenn ha detto che gli agenti sono stati poi tranquillamente rispediti in Israele dall'allora Segretario della Sicurezza Nazionale Michael Chertoff, e successivamente è stato ammesso, sulla tv israeliana, che erano spie del Mossad inviate a 'documentare l'evento' [!!!!!].

"Così come ben 200 altri agenti del Mossad che sono stati arrestati prima e subito dopo l'11/9, sui quali è fallito il test della verità sulla loro identità... tutti avevano un addestramento militare, in particolare erano specializzati in intercettazioni elettroniche e nella manipolazione di esplosivi - e questi individui sono stati tutti rimandati in Israele"
, ha dichiarato.
Glenn ha descritto al-Qaeda come "uno strumento dei servizi segreti americani e israeliani," per aiutare Washington e Tel Aviv ad intraprendere guerre in tutto il Medio Oriente, come parte del loro progetto dell'instaurazione del Grande Israele.
"Questo è tutto ciò che la guerra al terrore vuole ottenere, oltre alla guerra contro l'Islam, perché è l'unico impedimento filosofico alla acquisizione di tutto il mondo", ha dichiarato.

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