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COME FUNZIONANO LE DEMOCRAZIE LIBERALI
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Dvx87




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MessaggioInviato: Ven Mag 22, 2009 11:59 pm    Oggetto:  
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CONCLUSIONI

E' giunto il momento di tirare un po' le fila di tutto questo lavoro. Anzitutto invito l'utenza a segnalarmi in caso mi sia dilungato troppo oppure in caso mi sia espresso in maniera incomprensibile.
L'intento di questo lavoro era quello di far notare che le interazioni che ci sono abitualmente all'interno della vita di una nazione non sono solo quelle stabilite dalla legge ma esistono una miriade di relazioni "sotterranee" che si sviluppano al di là della del parlamento e del governo e che, molto spesso, sono anche più importanti di tutte le altre.
Tuttavia non va fatto l'errore di considerare lo studio delle interazioni tra gruppi d'interesse come l'unico buono per capire cosa succede all'interno di uno stato: è infatti necessario unire queste conoscenze alle conoscenze che tradizionalmente vengono insegnate per avere una idea veritiera di quello che succede. Questo perchè le decisioni prese dagli attori partitici contano anche se non sono le uniche e possono essere influenzate.
Il modello neoliberista in particolare concede largo spazio ai gruppi d'interesse e considera i rapporti di forza che si stabiliscono tra di loro come fonte di bene collettivo. In questo tipo di modelli, oggi nettamente prevalenti, le iniziative dei politici e dei partiti esistono ma non sono mai prese senza prima avere consultato, in qualche modo, i gruppi d'interesse. Il neocorporativismo, esistito sopratutto negli anni 70, non si distacca da questa visuale sebbene cerchi di mettere un po' di ordine in un complesso di interazioni considerate come fonte di instabilità. Va ricordato comunque che il neo-corporativismo non va confuso con il corporativismo: quest'ultimo, infatti, non riguarda soltanto l'area economica ma mira a trasformare la società anche dal punto di vista culturale oltre che ad ordinare le interazioni tra gruppi di interesse. Questa vocazione rivoluzionaria non è presente nel neo-corporativismo che, infatti, si inserisce all'interno dei sistemi liberal-democratici senza stravolgerli.
Riguardo il nostro paese posso solo dire che si è instaurato un sistema piuttosto insolito e pure poco efficiente: tale sistema, seppure sia riuscito, sopratutto grazie ai finanziamenti stranieri, a creare un certo benessere, non è riuscito a dare un certo ordine alle interazioni. I gruppi d'interesse agiscono indisturbati e gli attori partitici ragionano nel loro stesso modo: spesso c'è difficoltà a capire i confini tra gruppi d'interesse e partiti perchè le due cose si sovrappongono. In breve, la continua infiltrazione dei partiti nei gruppi d'interesse ha determinato una fusione tra i deu gruppi che ha generato un diffuso conflitto di interessi.
Questi studi ci rendono l'idea di come funziona uno stato moderno consegnando a noi una visione delle cose che sicuramente farà riflettere molte persone. Unica cosa che mi premere ricordare e di non dimenticare mai di tenere in considerazione tutti gli attori.


OPINIONE PERSONALE

Qui posso parlare liberamente e dire quello che penso:D :
Ho voluto pubblicare questi studi perchè intendo utile far capire quali siano le vere meccaniche che stanno alla base della democrazia liberale. Il rapporto stato-cittadino, tanto esaltato in ogni luogo, è in realtà una bufala così come è una bufala lo strapotere che viene attribuito al parlamento. Spesso le politiche non sono nient'altro che il frutto di continue mediazioni con gruppi di interesse totalmente irresponsabili che non perseguono il bene pubblico ma il loro interesse privato. Un sistema del genere è a costante pericolo di degenerare in una specie di feudalesimo moderno: dipende tutto dal senso civico dei cittadini che, se basso, come da noi, provoca i risultati che vediamo ogni giorno sotto gli occhi. Quello che più mi preoccupa è l'accoppiata che si crea tra questo sistema ed il capitalismo: il sistema dei gruppi d'interessi mira già di per se all'interesse particolare ma uniamo questo alla meccanica del capitalismo ed al pensiero politico del liberalismo (che è di tipo individualista e sollecita l'egoismo) otteniamo un quadro tutt'altro che felice. E' mia diffusa opinione che, con l'avanzare dei decenni, anche i paesi occidentali nei quali vige un forte senso civico finiranno per perderlo poichè non esiste un adeguato contesto etico per mantenerlo. Ci si è illusi di creare un sistema nel quale l'etica non esiste ma soltanto una serie di automatismi che, di per se, dovrebbero garantire il benessere della società. Il risultato di tutto ciò è stato l'adozione di una nuova etica: quella meccanica del guadagno continuo presente nel pensiero capitalista. Tale etica non si basa su nessuna regola se non quella di guadagnare per guadagnare senza un fine e senza fine. Se, per un certo periodo, le cose sono andate bene e la società non si è corrotta è soltanto perchè l'attaccamento all'etica sociale preesistente al capitalismo non ha smesso di esistere subito ma si preolungata per un qualche periodo.
Io sono fermamente convinto che, già oggi, la democrazia liberale sia nient'altro che uno un sistema di interazioni tra privati molto più simile ad una sorta di feudalesimo moderno.

Cosa possiamo dire da fascisti di fronte a tutto questo?

Non possiamo fare nient'altro che ribadire l'attualità e la validità della nostra idea: il fascismo prende atto dell'esistenza non solo dei gruppi d'interesse ma anche della possibilità che si formino associazioni dedite a tutelare interessi particolari. Il fascismo ripudia soluzioni di repressione discriminata di questi gruppi perchè li considera espressioni di interessi esistenti all'interno di una società industriale. Tuttavia il fascismo vuole disciplinare questi interessi e dirigerli verso il benessere della comunità. A differenza delle teorie pluraliste, il fascismo riconosce la necessità di disciplinare le interazioni di questi gruppi d'interesse e di renderle più trasparenti agli occhi della nazione. E lo fa attraverso la camera delle corporazioni, le quali sono enti dello stato e non per essere controllate ma per essere caricate di responsabilità pubbliche e trasformate in organi capaci di vedere al di là degli interessi particolaristici.
In questo contesto non possiamo dimenticare l'azione dello stato che è uno stato forte, capace di intervenire per risolvere i conflitti che si possono creare tra i vari interessi. La competizione, dunque, non viene eliminata ma disciplinata: lo stato fascista è come un arbitro nel corso di una partita di calcio. Non elimina l'agonismo tra gli atleti ma controlla che tale agonismo si manifesti nel rispetto delle regole stabilite. L'arbitro, esattamente come lo stato fascista, può intervenire in qualsiasi momento per ristabilire l'ordine in caso di necessità.
Non, quindi, uno stato larva, ricattato dai gruppi d'interesse e, se necessario, deposto, ma uno stato capace, in qualsiasi momento, di far rispettare le regole senza per questo distruggere la competizione, ricordando che essa rimane comunque un mezzo per meglio raggiungere il bene della collettività e non è fine a se stessa.
All'interno di tutto questo non si può dimenticare il ruolo fondamentale dell'etica: il fascismo si rende ben conto che è concluso il periodo in cui si poteva sostenere la "inesistenza della etica" nella ingenua illusione che l'uomo, nascendo dal bene, fosse destinato, per natura, a fare il bene. In realtà, come sosteneva Machiavelli, l'uomo non è ne buono e ne cattivo ma è ciò che decide di essere. La virtù non è frutto di una tendenza naturale insita nella natura umana ma della fatica che ogni individuo compire nel tentativo di migliorare se stesso.
E' proprio per questo che il fascismo propone una rivoluzione culturale che è, sopratutto, una rivoluzione etica: il capitalismo, prima di essere economica, è pensiero ed è etica. La nostra rivoluzione consiste nel combattere l'etica capitalistica dell'egoismo per trasformarla in etica di tipo altruista, organica e votata alla convinzione che il benessere individuale può essere raggiunto soltanto in armonia con quello che è il benessere collettivo perchè, se la società sta male, sta male anche il singolo che, al massimo, potrà raggiungere un benessere di breve durata.

Concludo spendendo un paio di parole sul sistema italiano: è impressionante vedere come la preoccupazione prima della classe dirigente non sia tanto quella di risolvere i problemi espressi da determinate aree della società ma di mantenere il potere a tutti i costi. A questi signori non passa e nemmeno è passato neanche per la testa di provare a dialogare con la società: hanno proceduto direttamente ad infiltrare la società civile tramite i partiti nel tentativo di renderla docile. Hanno così creato un ampio sistema di clientele che, per la sua stessa origine, è fonte di corruzione.
Io sono dell'opinione che lo stato abbia il compito di far il bene dei cittadini e non di garantire esclusivamente il potere alla classe dirigente: quando uno stato è soltanto un mezzo per garantire potere a qualcuno esso non è uno stato ma una odiosa tirannide.
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tribvnvs
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MessaggioInviato: Lun Mag 25, 2009 3:30 pm    Oggetto:  
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Suggerisco ai gestori che questo interessantissimo post venga bloccato tra le discussioni "importanti", magari nella sezione "le ideologie e le altre filosofie".
Molto interessante Daniele questa elaborazione politologica. Diversi studiosi convergono a giustificare la nostra antico giudizio su questa democrazia puramente formale e apparente.
In realtà una oligarchia che, aggravata dalle storiche tare tipicamente italiane, risulta di fatto una pesante struttura neofeudale.
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Dvx87




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MessaggioInviato: Sab Nov 28, 2009 12:43 pm    Oggetto:  
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Vorrei sottolineare un'altra questione di cui si è già discusso ma, ben si sa, ripetitia juvant. Ovvero dell'integrazione che è resa difficile dalle dinamiche stesse del sistema liberale. Infatti le dinamiche del sistema liberale prevedono che "l'interesse collettivo sia il frutto della somma degli egoismi individuali". Di conseguenza se ognuno persegue egoisticamente i propri fini, si crea (per magia Very Happy )l'interesse collettivo. Nella realtà questo ragionamento non fa' altro che alimentare il sistema dei gruppi d'interesse. I nuovi innesti all'interno della società tendono, infatti, a fare gruppo a sè perchè l'intera società è organizzata in tal modo (ovvero ognni gruppo persegue egoisticamente i propri fini). diciamo che sono spinti in questa direzione dal clima generale. Elimando il concetto di egoismo dalla società(e sopratutto dalla mente delle persone), sicuramente si può creare un clima più adatto all'integrazione.

Per quanto riguarda noi fascisti, occorre attigere alle fonti ovvero Mussolini. Egli stabilisce "l'uguaglianza verace di tutti gli uomini davanti al lavoro ed alla nazione" e noi non dobbiamo fare altro che ispirarci a tale principio. La conseguenza di tale principio è la distinzione tra elementi produttori (da premiare ed incoraggiare) ed elementi parassitari (da isolare e combattere). Questo vale per tutti i settori della società.
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MessaggioInviato: Lun Nov 30, 2009 2:24 pm    Oggetto:  
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Questo splendido lavoro andrebbe letto anche dai nostri "vistatori attivisti"... Che tanto attivi non sono Very Happy
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"La mistica appunto precisa questi valori...nella loro attualità politica...e dimostra l'universalità di luogo e di tempo del Fascismo"(Giani)
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Dvx87




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MessaggioInviato: Ven Dic 25, 2009 5:50 pm    Oggetto:  
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Per chi ancora non abbia capito quali sono gli effetti di questo assurdo sistema politico cito l'appena approvata riforma sanitaria americana. Secondo gli schiamazzi della propaganda elettorale avrebbe dovuto portare il "welfare state" negli usa ma in realtà si tratta di un grandissimo pastroccio, contrattato per mesi con le varie lobbies, e che porta ad una specie di ibrido che scontenta tutti. Insomma niente a che vedere con quanto promesso in campagna elettorale. Secondo le teorie "democratiche", il governo eletto in sede elettorale deve portare a termine ciò che ha promesso in quanto esso coincide con la volontà del popolo. In realtà i sistemi liberaldemocratici se ne infischiano della "volontà popolare" subordinando la volontà politica alle volontà di una serie di gruppi oligarchici in lotta tra di loro. Uno scenario che ricorda più un regno medioevale che uno stato contemporaneo.
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MessaggioInviato: Ven Dic 25, 2009 6:16 pm    Oggetto:  
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Basta togliersi un pò, e definitivamente, i paraocchi, come noi Cittadini Fascisti abbiam fatto tempo or sono, per guardare con "i raggi infrarossi" la merdaglia che c'è nei sistemi "democratici".

Dio benedica l'America, nazione esportatrice di democrazia coatta.
Dio benedica Obama, il primo Nobel per la pace guerrafondaio.
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Dvx87




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MessaggioInviato: Ven Gen 29, 2010 11:08 am    Oggetto:  
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Risposdo qui ad una accusa rivoltami in un'altro topic riguardo l'obiettività di questa ricerca.
Ebbene i dati esposti in questo topic sono stati fedelmente dalle ricerche dei politologi citati nei vari post. A garanzia di ciò ho utilizzato una forma schematica che, per sua natura, non lascia spazio a giudizi individuali. Le stesse conclusioni sottolineano soltanto il ruolo ed il potere giocato dai gruppi di interesse nei sistemi liberaldemocratici. Soltanto una volta finita la fase politologica mi sono permesso di dare un mio giudizio individuale scrivendo a caratteri cubitali che si trattava di una mia opinione personale. Non sta scritto da nessuna parte che un politologo possa avere una sua opinione personale purchè esse non pregiudichino le sue ricerche. Ricordo che oggi giorno studiamo una marea di ricerche prodotte da politologi che furono addirittura schierati a livello partitico (vedi Michels). L'appartenenza di queste persone a questo o quel movimento non ha escluso la loro capacità di produrre ricerche attendibili. Nessun uomo è privo di opinioni ed il non volerne avere, magari per favorire una logica meccanicista, è essa stessa una opinione.
Se poi a qualcuno non piace come funzionano le democrazie liberali allora tragga da solo le sue conclusioni anzichè considerarle un dogma irrinunciabile.
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Dvx87




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MessaggioInviato: Ven Feb 05, 2010 1:40 pm    Oggetto:  
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Per i più duri a convincersi ecco un servizio (in lingua d'albione) che dimostra quali siano le nefaste conseguenze del sistema dei gruppi d'interesse:
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Safra




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MessaggioInviato: Ven Nov 11, 2011 11:01 pm    Oggetto:  
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Cosa regala questo sistema capitalista agli uomini da renderli cosi' complici?? Parvenza di felicita' in cambio dell'autorita'. L'autorita' di privarli della liberta' dietro al paravento della democrazia. (cit.)
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"Ho tolto la libertà. Si, ho tolto quel veleno che i popoli poveri ingoiano stupidamente con entusiasmo. Ho fatto versare il sangue del mio popolo. Sì, ogni conquista ha il suo prezzo." Mussolini si confessa alle stelle.
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